Giorgia in "Blu" incanta il Petruzzelli, sul palco anche un po' di Salento: la canzone scritta in spiaggia, gli abiti di Chiuri e l'amico batterista Mylious

L'artista dopo Sanremo pronta a rinascere: «Imparare qualcosa è un regalo a 50 anni»

Giorgia in "Blu" incanta il Petruzzelli, sul palco anche un po' di Salento: la canzone scritta in spiaggia, gli abiti di Chiuri e l'amico batterista Mylious
«Teatro Petruzzelli di Bari, quanta bellezza e che accoglienza, grazieee», grida Giorgia alla fine del concerto che l'ha vista protagonista anche in Puglia con il...

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«Teatro Petruzzelli di Bari, quanta bellezza e che accoglienza, grazieee», grida Giorgia alla fine del concerto che l'ha vista protagonista anche in Puglia con il suo tour "Blu". L'artista, orginaria di Roma ma salentina d'adozione (ha acquistato casa a Galatina), reduce dall'ultimo Sanremo è impegnata nella nuova avventura nei teatri lirici italiani. «Un viaggio un po' in avanti e un po' indietro». Dall'elettronica al reggae fino ai suoni afro, in cui l'atmosfera del club «rincorsa per anni» abbraccia loggioni agghindati di lussuosa storia.

Sul palco con lei anche un po' di Salento

Dai lustrini di una gonna lunga con bolerino che brillano - ispirati a stelle e pianeti interpretati dalla "salentina" di Tricase Mariagrazia Chiuri direttrice di Dior - al tailleur basico dalla giacca con bottoni capricciosi e sneakers. Perché «mescolare e mischiare» sono i verbi di una Giorgia nuova che nel tour nei teatri lirici esalta la bellezza di «luoghi che incantano - racconta la cantante incontrando la stampa dopo il concerto - al punto che quando arriviamo passiamo il tempo a scattare foto». Proprio come è successo nel teatro Petruzzelli di Bari lo scorso 3 maggio, seconda tappa di un tour in 12 date iniziato al San Carlo di Napoli il 2 maggio, e che terminerà il prossimo 12 giugno al teatro dell'Opera di Roma.

 

Una bellezza «che siamo i primi a non proteggere», è il monito che profuma di presa di coscienza. Come avviene per l'ambiente che in "Senza confine" - brano scritto da e con Elisa, in cui «in mezzo al mare donne e bambini vite diverse come i destini poi tutti uguali nei casini» - si assapora l'esplicito impegno per il futuro perché «sperare è un potere». Una canzone nata su una spiaggia del Salento e che ha trovato in una scenografia vitruviana - fatta di sole luci perché «mettere degli schermi in così tanto stupore mi sembrava volgare» - l'armonia di una donna che canta per due ore. E che, anche se si ripete «non esagerare», poi ci ricasca. «Non ce la faccio a non essere performer: è un insegnamento di papà», ammette Giorgia che, dal palco dai bagliori colorati, scherza con chi le chiede di sposarla e con chi issa un cartellone che sa di citazione e dichiarazione: «Scelgo ancora te». Melodie strette, note che sembrano specchiarsi nella platea che riflette spartiti di una band stellare - Myliuos Johnson storico batterista di Giorgia anche lui salentino d'adozione, Fabio Visocchi, Sonny T, Gianluca Ballarin - e di due voci che ammaliano: Andrea Faustini e Diana Winter. E' con lei che Giorgia, al centro del palco, in un acustic medley intreccia "Per fare a meno di te" e "L'eternità".

 

«Imparare qualcosa è un regalo a 50 anni», dice chiacchierando con i giornalisti nel suo camerino e riferendosi a "Scordato", film di Rocco Papaleo che «mi ha protetto e convinta a recitare». La settimana di Sanremo è stata «di grande trasformazione dopo anni in cui mi ero chiusa», una esperienza che a 50 anni diventa «più potente perché a 30 non hai un passato a cui essere fedele». E quei sette giorni sono stati come una palestra che le hanno dato «un impatto diverso» per affrontare - dopo sei anni - palcoscenici, mani che tornano a sfiorarsi e una scaletta strutturata sinonimo di un «percorso nuovo» e consapevole. «Non prendo mai strade facili, sbagliando probabilmente», sentenzia dolcemente. "Blu" è un album che odora di club e sul palco lo si respira in "Spirito libero". Poi ci sono le melodie come in "Atacama" e le emozioni dei classici "E poi", "Di sole e di azzurro", "Come saprei" che «non possono mancare» ma sembrano nuovi, risvegliati, rifioriti. Ora la sfida sarà nei palazzetti: spazi più ampi, canovacci musicali da rivisitare e aggiustare, maxi schermi a coinvolgere il pubblico che ha una sola certezza: l'immutata e immutabile bellezza di una voce che evolve restando fedele a se stessa. «Anche se la Vanoni mi ha detto che strillo troppo», sorride. Giorgia è tornata. E si sente.

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Quotidiano Di Puglia