Emily Dickinson, Rina Durante, Don Chisciotte, Zeno Cosini, Alice. Cinque testimoni d'eccezione del Salento di oggi. Testimoni impossibili, naturalmente. E così anche,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Impossibile, dicevamo, ma non impensabile né inverosimile l'intervista ai grandi del passato, il cui gioco si ispira al programma a cura di Lidia Motta andato in onda su Rai Radio 2 negli anni 70.
Tra 2017 e 2018, nella rubrica di Cristante - già autore di poesie, racconti e lezioni teatralizzate - si sono alternate voci di grandi salentini e di salentini d'adozione, di chi ha scritto la letteratura, la musica o il teatro di tutti i tempi e di chi è stato scritto, magistrali incarnazioni di sentimenti, dissidi, mood. Di questi, cinque entrano in scena nello spettacolo ai Koreja. Ognuno con il proprio irripetibile carattere.
Se Alice, per esempio, fa bizzarri giochi di parole come avrebbe voluto la penna di Lewis Carroll, Rina Durante invece non la manda a dire all'intervistatore che incautamente chiede se alla sua tavola lassù in Paradiso siedano anche vegani, proprio a lei che dei pezzetti di cavallo aveva scritto su libri e giornali oltre ad esserne stata vorace consumatrice.
Caratteri e biografie che innescano un gioco individuale con il Salento di oggi, ogni volta diverso. Quello di Alice, ad esempio, è un Salento delle meraviglie che però, con una certa dose di ironia, passa anche dalle malandate Ferrovie del Sud Est. Mentre la Lecce di Emily Dickinson è quella vista dalla finestra del suo b&b, per fedeltà alla ritrosia della poetessa statunitense. E non mancano aggiornamenti al terzo millennio. Zeno Cosini, il protagonista del romanzo di Italo Svevo, fuma ormai sigarette elettroniche e Don Chisciotte, invece, ha sostituito i mulini a vento con il business delle pale eoliche. E al gazzettiere che pretende spiegazioni, risponde: «Dica quello che vuole buon uomo, ma ora io me ne sto qui, servito e riverito, a spiegare che i giganti con le pale fanno bene al mondo». E all'intervistatore che gli chiede se abbia smesso di credere alle sue storie, risponde: «Non ho mai smesso, gazzettiere, ma ho imparato a fingere. E questo fa la differenza tra il comico e il cinico ()».
«Dopo anni di editoriali (parte dei suoi articoli su Quotidiano sono stati pubblicati di recente in Società low cost, ndr) mi piaceva l'idea di tornare sulle pagine del giornale in un modo diverso e fuori dall'ordinario. Scrivendo la prima intervista mi sono divertito, via via sono venute le altre. C'è chi si trova a suo agio nel territorio del realismo, io credo piuttosto di avere confidenza con quello del fantastico». Strano a dirsi, da parte di un sociologo. «Eppure è così - commenta - anche la ricerca sociologica non è possibile senza immaginare i passaggi di un fenomeno, per arrivare all'elaborazione di un'ipotesi scientifica».
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia