Dalla Corea alla Puglia: il pianista da premio

Dalla Corea alla Puglia: il pianista da premio
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Centocinquant’anni fa nasceva Aleksander Skrjabin, genio incompreso della modernità musicale. La sua arte e la sua vita si isolano con titanica audacia da tutti gli altri fenomeni musicali che contribuirono alla nascita del Novecento, eppure la sua musica, forse più di ogni altra a lui contemporanea, aveva già spalancato orizzonti nuovi. 


E al grande compositore russo è dedicato uno dei brani del doppio concerto in programma oggi alle 20.45 al Teatro Apollo di Lecce per la 53esima stagione della Camerata Musicale Salentina, e domani alle 19.30 al Teatro Niccolò van Westerhout di Mola di Bari per Autunno Agìmus 2022. 

Protagonista d’eccezione in entrambi gli appuntamenti il pianista coreano Jae Hong Park, vincitore l’anno scorso del concorso internazionale “Ferruccio Busoni” di Bolzano, ultimo di una lunga serie di vittorie in altri prestigiosi concorsi, tra cui il “Gina Bachauer Young Artists International Piano Competition” e il “Cleveland International Piano Competition for Young Artists”. Oltre alla splendida Sonata n. 3, in Fa diesis minore, op. 23 del grande compositore russo, Jae Hong Park suonerà “Arabeske” in Do maggiore, op. 18 e la Sonata n. 1 in Fa diesis minore, op. 11 di Robert Schumann, e “Prélude, Choral et Fugue” di César Franck. 

Il concerto si aprirà con un romantico rondò schumanniano, l’Arabeske in do maggiore op.18, dal tema elegante e fantasioso come un ghirigoro mediorientale. Composta nel 1838 e pubblicata nel 1839, questa pagina venne definita dal suo autore, un po’ spietatamente, «debole e per signore», rappresentazione che, tuttavia, non rende giustizia a questa composizione, molto amata dai pianisti perché non difficile da eseguire, elegante e di sicuro effetto. Il recital proseguirà con una creazione più estesa e strutturata, e sempre nel segno di Schumann, con l’esecuzione della Prima Sonata, creazione dedicata alla moglie Clara. 

Un viaggio nelluniverso di Skrjabin

Quindi, il fresco vincitore del premio Busoni toccherà l’universo di Skrjabin con la Terza Sonata, che nelle intenzioni dell’autore esprime il passaggio dell’anima attraverso la sofferenza, la lotta e il piacere, mentre nella tempesta si leva la voce dell’Uomo-Dio o dell’Uomo-Creatore. Si tratta di una composizione in quattro movimenti scritta alla fine dell’Ottocento e registrata dallo stesso Skrjabin nel 1912 su rotoli di pianoforte per la Hupfeld-Phonola, un produttore tedesco di pianole. In chiusura il pianista coreano si addentrerà nel tardo Ottocento con César Franck. 

Belga per nascita, francese per formazione e tedesco per origine, il raffinato compositore è stato spesso considerato autore di opere risultate dal semplice incrocio di differenti influenze. A duecento anni dalla nascita (Liegi, 10 dicembre 1822), però, l’universalità del suo genio è ormai evidente: rappresenta infatti la rivincita francese della musica da camera e sinfonica sull’opera e sul balletto. I suoi grandi capolavori si concentrano soprattutto negli ultimi sei anni della sua vita (morirà l’8 novembre 1890). Tra questi il celebre “Preludio, Corale e Fuga”, brano che rimanda sin nel titolo alle forme del periodo barocco tanto care al suo autore. L’opera, datata 1884, è un’autentica perla musicale sia dal punto di vista formale e compositivo, sia per forza suggestiva ed espressiva.

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Quotidiano Di Puglia