“Il Matrimonio”, composto da Nikolaj Vasil’evic Gogol tra il 1833 e il 1841 e rappresentato per la prima volta il 9 dicembre 1842, ritorna ora a Lecce nella...
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La finzione dell’amore eterno, è davvero un’utopia che tutti cerchiamo? Nel testo originario di Gogol protagonista è Podkolësin, pigro ed elegante scapolo sta per cedere alle pressioni di un amico e di una mezzana, determinati a fargli sposare la figlia di un mercante. La giovane zitella Agaf’ja Tichonovna non sembra però particolarmente interessata a convolare a nozze.
A contendersene la mano, oltre Podkolësin, ci sono un grasso impiegato, due ufficiali a riposo e un ricco mercante di tessuti. Quando la ragazza però si trova davanti tutti i pretendenti schierati, è colta da un eccesso di timidezza e fugge, lasciando interdetti i convenuti che se ne vanno, ad eccezione di Podkolësin, che s’impegna a sposare la giovane. Dopo varie resistenze Agaf’ja in breve tempo si innamora di Podkolësin e reciprocamente si scambiano la promessa di matrimonio ma, poco prima del fatidico momento…
La commedia in due atti composta da Gogol torna dunque in teatro con i suoi personaggi divertenti, quasi buffi. Personaggi catapultati ai nostri giorni che nascondono inquietudini e abissi di solitudine. Al centro di questa rilettura del testo, ancora una volta, l’uomo e i suoi conflitti visti attraverso uno schermo: sembra di assistere ad una trasmissione televisiva dove uomini e donne cercano l’intimità grazie a un sensale mediatico e proprio come in uno show tv dove tutto è finto, si confrontano con una serie colpi di scena. <HS>
Il testo dell’Ottocento di Gogol è ambientato in plastici televisivi, in un interno noir quasi steampunk, un po’ circo un po’ salotto dove i personaggi diventano esemplari umani. Un abito a pois e una parrucca. Il bianco. Il rosso. Il nero. In questa attualizzazione divertente, consapevole e intelligente del testo di Gogol tutto trova uno spazio: l’amore, il matrimonio, la salvezza.
Un gioco ben ritmato, coinvolgente, in cui le “macchiette” originali si mutano sapientemente in tipi sociali attuali, facilmente riconoscibili.
Un tourbillon di canzoni (con musicisti dal vivo), colori, luci, coreografie, movimenti rapidi, monologhi di candidatura, litigi grotteschi, uscite ed entrate continue dalla scena alla sala, dal testo alla tv contemporanea. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia