La storia è di quelle che riuscirebbero a tenere incollate al grande schermo centinaia di migliaia di persone in giro per il mondo. L'attrice protagonista è tra...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’obiettivo della missione era quello di acciuffare Joseph Kony, capo dell’Esercito di Resistenza del Signore, una milizia cristiana ugandese responsabile di uccisioni, stupri e arruolamento di oltre 30mila bambini-soldato. Nel 2005 era stato accusato di crimini di guerra dal Tribunale internazionale, ma è nel 2012 che la sua “fama” raggiunse ogni angolo del mondo dopo che un video delle sue azioni scellerate collezionò oltre 100 milioni di visualizzazioni in una settimana. Subito dopo Angelina Jolie pubblicò un video in cui disprezzava Kony e invitava al suo arresto. Poco tempo dopo iniziò la corrispondenza con Moreno Ocampo in cui si ipotizzava l'idea di una honeytrap, letteralmente una trappola di miele. «Ha avuto l’idea di invitare Kony a cena» si legge in una mail del procuratore. «Dimentica le altre celebrità, lei è unica - scrive Moreno Ocampo eccitato in un'altra e-mail - A lei piacerebbe poter arrestare Kony. Lei è pronta. Probabilmente Brad andrà con lei». La missione sarebbe consistita nell'aggregare Angelina e il marito alle truppe speciali americane che davano la caccia a Kony per poi lasciare all'attrice il compito di attirarlo nella trappola.
«Brad ci sostiene - aveva risposto Angelina - Discutiamo la logistica. Tanti baci». Dopo quest'ultima mail, il nulla. La pericolosa operazione sembra essersi arenata, come il rapporto tra l'attrice e il procuratore. Tra i due ci sarebbe stata un'ultima mail in cui Moreno Ocampo chiedeva consigli su un discorso che potesse raggiungere un'ampia platea di persone sui crimini di guerra nei territori palestinesi. La risposta di Angelina fu secca. «Ti consiglio di leggere il tuo intervento, ma non devi consentire domande». Poi il silenzio, rotto qualche volta da Moreno Ocampo fino alla risposta di un assistente della Jolie che gli comunicava che l'attrice aveva cambiato indirizzo di posta privato.
Alla fine il tutto si è concluso con un nulla di fatto, ma non è un caso che Jolie si sia fatta trascinare dall'entusiasmo, visto il suo impegno nelle cause umanitarie e il sostegno al lavoro della Corte penale internazionale. Dal 2001 Angelina è "ambasciatrice di buona volontà" dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, e negli anni ha visitato campi profughi in tutto il mondo, ha finanziato organizzazioni umanitarie come Medici senza frontiere ed è stata ammessa come membro del Council on Foreign Relations.
Un impegno che aveva attirato l'attenzione di Moreno Ocampo, che negli anni si era rivolto a lei, finendo per chiederle di diventare una sua consulente. Angelina non aveva accettato, ma nel 2011, quando l'attrice gli chiese un'opinione sul suo film sulla guerra in Bosnia, il procuratore si sciolse in lodi: «Sei un genio. Hai fatto esattamente quello che hai detto: è una storia d'amore che mostra gli orrori della guerra». Entusiasta, lei aveva risposto: «Vorrei che tu potessi vedere il sorriso sul mio volto. Tu rappresenti col tuo lavoro tutto ciò che io considero importante. Sono così felice che il film ti sia arrivato». Ma Angelina Jolie non è l'unica star che Moreno Ocampo ha cercato di “reclutare”: con ancora meno successo avrebbe tentato di approcciarsi a George Clooney e Sean Penn, mentre l'anno scorso ha chiesto una mano ad Amal Clooney per un altro caso. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia