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Se Bari in questi anni è cresciuta, gran parte del merito è da attribuire senz’altro ai baresi, che nel tempo hanno acquisito consapevolezza delle potenzialità della nostra città e ne hanno accompagnato la crescita. Bari oggi è una città in cammino. Una città che ha imboccato una strada nuova, che certamente non è stata completata e che ha ancora bisogno dell’impegno di tante donne e uomini per giungere a compimento.
Credo però, allo stesso tempo, sia impossibile non riuscire a vedere le piccole e grandi trasformazioni compiute, in corso e a venire. Questa città si è data una dimensione europea, che utilizza le tecnologie per erogare servizi ai cittadini e dematerializzare i processi, una città che ha chiaramente scelto di investire sull’elettrico quale componente primaria delle politiche di mobilità da applicare al servizio di trasporto pubblico urbano così come ai dispositivi di micromobilità individuale. È certamente una città che ha scelto di investire su un’infrastrutturazione a servizio della mobilità in grado di connettere i principali punti di interesse dell’abitato attraverso piste ciclabili o corsie preferenziali per collegamento rapidi degli autobus.
Lo sguardo verso il mare
Bari oggi è una città che, finalmente, ha rivolto il suo sguardo verso il mare.
Il mare è stato per noi il fil rouge da nord a sud: da Santo Spirito, dove sono in corso i lavori di riqualificazione per la pedonalizzazione di una parte importante della costa a ridosso del vecchio porticciolo, a San Cataldo, dove sono state aggiudicate due diverse progettazioni e dove contiamo di avviare i relativi cantieri entro gennaio 2024. In questi giorni è in corso la demolizione della vecchia struttura adibita a mercato del pesce sul molo Sant’Antonio, dove sono iniziati i lavori per il nuovo lungomare della città vecchia.
E poi ancora verso sud, dove Bari, al netto delle due spiagge pubbliche più conosciute, Pane e Pomodoro e Torre Quetta, su cui pure si sta investendo per una riqualificazione light con una modifica sostanziale della viabilità circostante, fa i conti con il degrado fisico e sociale di un lungomare per decenni terra di nessuno. Proprio lì, in quella fascia desolata tra Torre Quetta e San Giorgio nascerà la nuova Costa sud, grazie a un finanziamento di 75 milioni ottenuto dal Comune di Bari, riconosciuta tra i 14 siti attrattori di interesse nazionale di cultura e turismo nell’ambito dei fondi PNRR. Complice lo spostamento dei binari, grazie ai lavori del cosiddetto Collo d’oca, oggi in corso a cura di RFI, si potrà finalmente realizzare quel grande parco costiero che da Japigia arriverà fino al mare, colmando l’attuale frattura urbana con una grande area pubblica attrezzata che ridisegna completamente gli spazi e le funzioni dell’intera zona.
Ciò che abbiamo cercato di fare in questi anni di amministrazione è stato riempire di funzioni ed energie contenitori e luoghi chiusi o abbandonati. E lo abbiamo fatto riempiendo grandi vuoti urbanistici, come la ex caserma Rossani, le ex caserme Milano e Capozzi o la ex area Fibronit, dove al posto della fabbrica della morte sorgerà il parco della Rinascita. Dieci anni sono tanti ma forse troppo pochi per una città come Bari, che ha gambe e fiato per correre. Io ho cercato di tenere lo stesso passo, provando a immaginare traguardi sempre più lontani, rispettando le naturali vocazioni, vecchie e nuove, del territorio e dei cittadini baresi, sapendo che tutto ciò che ho fatto, dal primo all’ultimo giorno, l’ho fatto per la mia città.
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