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Il futuro è partecipazione. Ed è green. Sostenibile, sia a livello ambientale che a livello umano e sociale. Anche il comparto del turismo pugliese si apre alla sfida verde che sarà, sempre più, l’elemento fondante delle strategie e delle scelte. È il panorama internazionale a chiederlo: negli ultimi anni segnati da una emergenza, oramai per molti innominabile quasi per scaramanzia, è cambiato radicalmente il paradigma della vita, del lavoro, della vacanza. La ripartenza autunnale delle imprese pugliesi allora mette insieme l’esperienza acquisita e le nuove tendenze di mercato. Tramontati alcuni modelli, pur vincenti da un punto di vista economico ed imprenditoriale, il comparto segue le rotte del bike tour, degli eventi sportivi e convegnistici, della vacanza a contatto con il territorio. Strizzando l’occhio alle manifestazioni internazionali come la Coppa America per ospitarne una tappa. Ed ecco le sfide: turismo lento, servizi di qualità, economia circolare e, determinante, una nuova appetibilità del comparto dal punto di vista lavorativo. E d’altronde è questo il fil rouge che lega le misure della nuova programmazione dei fondi per 2021-2017, seguendo le linee guida comunitarie.
Il progetto
L’idea è quella di cucirsi addosso un nuovo abito e promuoversi come destinazione turistica sostenibile ma anche come destinazione lavorativa ideale per condizioni climatiche, salubrità dell’ambiente e qualità del lavoro. Un progetto ambizioso che non può prescindere da un lavoro di squadra, da una partecipazione delle associazioni di categoria al processo decisionale e alla costruzione della strategia; ma anche dalla formazione professionale e da una rieducazione al rispetto dell’ambiente come patrimonio comune. «Al netto di notizie che ci destabilizzano – dice Giancarlo De Venuto di Asshotel Puglia – il focus per il futuro è la partecipazione alla programmazione in cui dobbiamo sentirci più coinvolti nel mettere a punto le strategie di sviluppo del nostro comparto. La sfida è riqualificarsi in un momento difficile; tale riqualificazione del prodotto passa per le risorse umane. Ma oggi c’è una grande carenza di risorse e competenze; ed oltre questo manca anche la voglia di mettersi in discussione per formarsi. Dobbiamo pensare a nuovi canali perché tra qualche anno potremmo non avere più le persone per tenere in piedi le attività». E non è più solo neanche una questione economica. «Nel post pandemia – segue De Venuto- c’è una insoddisfazione generale e una difficoltà di conciliazione tra qualità della vita e lavoro. La nostra sfida è rendere più allettante la Regione anche da un punto di vista lavorativo per motivi, gastronomici, per la qualità della vita legata allo slow life dei piccoli borghi e del mare a due passi. Promuoversi come posto di lavoro ideale per viverci e rendere più appetibile anche il nostro settore. Dobbiamo essere pronti a cambiare marcia; credo che la sostenibilità, le politiche attive del lavoro e la tecnologia siano essere il leitmotiv».
Altra grande scommessa è quella di allungare il più possibile i margini temporali delle attività.
Quotidiano Di Puglia