Coda, bomber autentico anche in serie A

Massimo Coda
«Serie A, eccomi». Questo l’urlo di Massimo Coda che ritrova la Serie A dopo quattro anni. A Benevento ha ripreso quel filo che si era dolorosamente spezzato a...

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«Serie A, eccomi». Questo l’urlo di Massimo Coda che ritrova la Serie A dopo quattro anni. A Benevento ha ripreso quel filo che si era dolorosamente spezzato a Parma, nel 2014 per un infortunio ad un ginocchio, a pochi giorni dal compleanno numero 26. Di quel campionato rimase l’esordio in Serie A e i primi e finora unici due gol segnati al Chievo Verona e al Genoa. In quelle prime dieci partite anche tre assist. Si ripresentò a marzo dell’anno dopo contro l’Atalanta. Il treno della Serie A è passato nuovamente a Benevento, promozione storica targata Marco Baroni.

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In quella stagione le presenze furono 24 con 4 gol. Tornato in B, ha contribuito al ritorno in A dei sanniti guidati da Pippo Inzaghi, prima della fine del campionato si è consumata con largo anticipo una separazione forse inattesa. A Lecce ha chiuso la seconda stagione e non ha nessuna voglia di muoversi. Fu Corvino a bruciare la concorrenza e a portarlo in giallorosso. L’attaccante cavese ha ripagato la fiducia del dirigente salentino a suon di gol. E per il secondo anno consecutivo si è laureato capocannoniere del campionato di Serie B. A lui è andato il trofeo Paolo Rossi in memoria dell’indimenticato Pablito. Coda resterà uno degli attaccanti più forti che hanno indossato la maglia giallorossa. Forte tecnicamente e fisicamente, interprete moderno del ruolo di centravanti che tutti gli allenatori di B avrebbero voluto avere. Corvino è arrivato prima di tutti e il Lecce se lo tiene stretto, punto fermo di una squadra che dovrà essere strutturata per il prossimo campionato di Serie A.

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Coda è pronto a ripresentarsi sulla scena di uno dei cinque top campionati d’Europa. Con qualche anno in più, ma con la stessa voglia. Anzi, con lo spirito di chi si affaccia per la prima volta tra “i grandi”. Lui, che finora ha giganteggiato in Serie B. Un calciatore che ha girovagato in lungo e in largo. Ha oltrepassato pure i confini nazionali e ha giocato in Slovenia, con il Gorica, 18 gol, e in Svizzera, con il Bellinzona. Ha iniziato a frequentare i professionisti, in C2, a 17 anni, nella sua città, a Cava de’ Tirreni. Solo due presenze. Poi prepara le valigie. Al Sud le sue annate migliori. In Campania, in un fazzoletto di territorio, ha lottato prima per la bandiera della Salernitana, città a cui è rimasto legato e alla quale non è mai riuscito a segnare da avversario. E poi per i colori del Benevento. Uomo squadra, animato da grande spirito di sacrificio e volontà. Tra i suoi pomeriggi indimenticabili, quest’anno, quello con il Parma, al Via del Mare. Tripletta al mito Gigi Buffon.

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Quotidiano Di Puglia