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La sfida autunnale delle imprese artigiane pugliesi che si proiettano al futuro passa per l’innovazione e l’aggregazione. Ma anche attraverso l’applicazione del principio fondamentale della responsabilità sociale di una azienda che, in ogni sua azione volta allo sviluppo della propria economia, deve guardare al territorio e inserirsi in un progetto più ampio che, su quell’area, abbia ricadute significative ed impatti positivi. Ristrutturare e digitalizzare i processi, dunque, migliorare la qualità degli ambienti di lavoro ma anche aprirsi a nuovi orizzonti: al design, a strumenti di supporto alla creatività e al talento, per guardare a mercati differenti. Parola d’ordine: green. Ogni elemento di innovazione tecnologica e digitale che sia realmente innovativo non può prescindere dallo sposare una filosofia aziendale sostenibile. Ed in un tessuto imprenditoriale come quello pugliese, composto in prevalenza da micro e piccole medie imprese diventa importante il “fare quadrato”. Determinanti in questo percorso saranno i fondi della nuova programmazione 2021-2017.
Parola chiave: innovare
«Parto col dire che è stato fatto un buon lavoro – spiega Daniele Del Genio, presidente di Cna Puglia - tenendo presente i vincoli che ci sono per l’utilizzo di tali fondi; sicuramente perfettibile ma fatto con una strategia di lungo periodo. Abbiamo dei distretti straordinari in termini di produzione manifatturiera, produzione tradizionale, di artigianato artistico, come la ceramica, la cartapesta ad esempio; la manifattura nel settore moda con la sartoria, gli atelier, le confezioni; ma anche l’arredo e tanti altri. Siamo immersi in un mondo molto complesso e questi strumenti pensati nella nuova programmazione riflettono in parte la complessità e la necessità di una svolta radicale nell’organizzazione delle nostre attività, anche le più piccole. Processi come la digitalizzazione non possono essere evitati: con tali sostegni si possono affrontare queste necessità insieme a quelle dell’internalizzazione e della formazione». Per alcune imprese è un passaggio naturale ma è possibile innovare e digitalizzare la manualità? «Prendiamo ad esempio la cartapesta - continua - di cui abbiamo distretti importanti nel Salento e a Putignano: il punto è che se la manualità non riesce ad innovarsi cioè incontrare designer che possano proporre progetti più ampi, quei prodotti restano relegati a souvenir. Diverso è quando ci si apre ad un altro tipo di domanda: l’innovazione allora è introdurre un contenuto di design e affacciarsi a mercati finora non esplorati. I lavori in cartapesta, posto che sono sostenibili per natura, possono essere utilizzati in manifestazioni diverse dal carnevale o da quelle locali: e qui serve la manualità di chi sa trasformare la materia prima e l’ingegno di chi ha studiato progettazione o design o è un artista. Innovazione è anche pensare a soluzioni nuove con la stessa materia prima, pensare nuovi mercati. È unirsi ad altri per potersi proporre oltre i confini nazionali. Trovare persone vicine con le quali si condividono idee e valori, chiedere supporto alle associazioni di categoria e a professionisti per sviluppare in maniera coordinata i processi che i bandi vogliono sollecitare. La strada maestra oggi è aggregarsi con chi ci è più vicino non tanto come affinità di prodotto ma perché c’è condivisione di valori».
Non solo una linea imposta dalla strategia comunitaria: la riqualificazione e l’ammodernamento delle imprese sono una necessità.
Quotidiano Di Puglia