Il turismo e il caro prezzi: poteri forti, destini deboli e un grosso problema

Il caso c'è, la Puglia finisce al centro dell'attenzione e c'è però chi urla al complotto. In fondo, non è certo la prima volta

Il turismo e il caro prezzi: poteri forti, destini deboli e un grosso problema
«Ma vuoi vedere che...». Si comincia così e si finisce sempre lì: alla variante cospirazionista. Tema, stavolta: il turismo a prezzi folli, il caro frisa...

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«Ma vuoi vedere che...». Si comincia così e si finisce sempre lì: alla variante cospirazionista. Tema, stavolta: il turismo a prezzi folli, il caro frisa e i rincari per ombrellone-e-lettini, l’eco nazionale mediatica e social, la Puglia catapultata sullo scomodo banco degli imputati.


Il problema c’è, il dibattito è aperto e vivo, e la bolla speculativa è destinata presto o tardi a esplodere. Cavarsela con difese d’ufficio serve a poco, se non a nascondere subdolamente la polvere sotto al tappeto. Affidarsi poi al complottismo è ancora peggio. Ecco, appunto: «Ma vuoi vedere che tutto questo baccano sui prezzi in Puglia è una manovra per screditarci?». C’è chi lo pensa, qualcuno s’azzarda pure a dirlo o a scriverlo. Anche tra i rappresentanti istituzionali regionali e locali. Come se ci fosse un Grande Piano per affossare la Puglia. Come se lì fuori i leggendari e indefiniti Poteri forti (Quali? Le altre regioni con flussi turistici superiori alla Puglia? E perché?) o le Multinazionali (altro classico) congiurassero per mettere in cattiva, cattivissima luce e far fuori il Salento, la Valle d’Itria e il Gargano: è una manovra a tenaglia, siamo scomodi, diamo fastidio. A chi, poi, boh.

Il punto, qui, non sono i poteri forti, ma i destini deboli. Immaginare di spremere i turisti come limoni secondo una logica predatoria, senza peraltro offrire servizi di qualità e senza produrre volumi davvero rilevanti e impattanti di reddito e occupazione, è strategia di corto respiro, sprovvista di futuro. E chiudersi a testuggine non appena qualcuno solleva il dito e segnala il problema, ignorare la realtà, affidarsi alla narrazione consolatoria, vittimistica e identitaria del complotto, del grande piano, dei poteri forti, delle multinazionali e del «ma vuoi vedere che...», è terribilmente rassicurante, ma dannoso. Ed è ormai un approccio troppo ricorrente per essere un’eccezione: pensate alla rimozione della verità nel caso xylella, o alle opposizioni spesso cieche a investimenti e infrastrutture. C’è sempre una trama oscura, da qualche parte. Ma vuoi vedere che, tra poteri forti e destini deboli, c’è un problema grosso di metodo? Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia