Xylella, le aziende biologiche del Salento ricorrono al Tar e alla Corte Ue

Xylella, le aziende biologiche del Salento ricorrono al Tar e alla Corte Ue
Due ricorsi - il primo al Tar del Lazio e il secondo alla Commissione europea - saranno presentati dal comitato 'Salviamo il Salento' contro la determina del Ministero...

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Due ricorsi - il primo al Tar del Lazio e il secondo alla Commissione europea - saranno presentati dal comitato 'Salviamo il Salento' contro la determina del Ministero dell'agricoltura italiano e della stessa Commissione che impone "anche alle aziende biologiche l'irrorazione indiscriminata con pesticidi ed erbicidi nell'ambito della lotta alla Xylella fastidiosa" che sta provocando l'essiccazione di molti ulivi del Salento.








"In questi mesi - ha spiegato la presidente del comitato, Daniela Comendulli - abbiamo chiesto colloqui alle istituzioni per cercare di conciliare le due determine con le nostre esigenze di aziende biologiche per loro natura contrarie all'uso di pesticidi ed erbicidi; non è successo niente, anzi le misure si sono inasprite e, dunque, non ci è rimasto che passare alle vie legali con i ricorsi".



A maggio il ricorso di 26 aziende al Tar del Lazio ha sortito una sospensiva del trattamento previsto per lo stesso mese, ma ora si avvicina la scadenza del secondo trattamento previsto nella determina per novembre. "Dinanzi all'emergenza Xylella fastidiosa - ha spiegato l'avv.Luigi Paccione, che con la collega Valentina Stamerra assiste il comitato - le regole di democrazia, che avrebbero voluto la condivisione, da parte degli enti pubblici, delle misure da adottare con la popolazione, sono state sovvertite da tecniche verticistiche; lo Stato italiano prima ha fatto passare tempo, poi è intervenuto con soluzioni che ledono le aziende del biologico".



"Subito dopo - ha continuato Paccione - la Commissione europea ha inasprito ancor più le misure e le aziende salentine dedite al biologico hanno dovuto supplire all'inerzia delle amministrazioni pubbliche e della Regione Puglia nei confronti delle decisioni nocive prese dalla Commissione che, nelle sue decisioni, ha violato anche il principio di precauzione a tutela previsto nei confronti di popolazione e ambiente, in quanto le misure prese vanno a danneggiare vittime innocenti di ritardi che provengono proprio da quegli organi responsabili degli stessi ritardi con cui il batterio è stato affrontato". Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia