La scoperta di altri due vettori della xylella fastidiosa, ufficializzata l’altro giorno nel corso dell’incontro tecnico “Una Nuova Olivicoltura per il...
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Vale la pena ricordare che i due nuovi vettori del batterio, subspecie pauca, genotipo ST53, erano già sotto esame da tempo, ma adesso sono state fatte delle prove di trasmissione del batterio che hanno dato esito positivo, confermando così ciò che gli scienziati ipotizzavano da tempo. In particolare si tratta delle specie “Neophilaenus campestris” e “Philaenus italosignus”, due insetti che presentando alcune differenze, oltre che nelle dimensioni che nella morfologia, anche nel ciclo biologico e nel comportamento, come dicono i ricercatori, hanno tempi di schiusa delle uova che quasi sicuramente non combaciano con quelli della sputacchina - che però resta il vettore principale della batteriosi - e perciò hanno bisogno di azioni diverse da quelle attualmente calendarizzate nelle linee-guida della Regione.
«La molla che ha fatto scattare l’input per nuove ricerche sui vettori - ha spiegato Saponari - è che qualsiasi insetto che si nutre di xylema potrebbe essere potenzialmente un vettore di xylella. Partendo da questo assunto abbiamo individuato le due nuove specie, che pur non albergando negli areali dediti all’olivicoltura, potrebbero però diventare vettori importanti per altre colture e in territori».
Ma gli agricoltori pugliesi sono molto preoccupati, temono che il moltiplicarsi dei vettori possa impedire di fermare il contagio. «Finora, nelle linee-guida della Regione si raccomandava la lavorazione meccanica dei terreni fino al 30 aprile - sottolineano alcuni olivicoltori salentini - adesso che hanno scoperto questi nuovi vettori dovremo rispettare gli stessi tempi o anticipare il calendario degli interventi? Vogliamo saperlo subito, perché marzo è alle porte, non si può aspettare sempre l’ultimo minuto, la Regione prenda atto delle novità della ricerca e agisca di conseguenza».
Una risposta sulla questione è arrivata dagli entomologi che, oltre a invitare alla calma, suggeriscono di programmare degli interventi mirati, a seconda delle zone da trattare, considerato che il Sud della Puglia ha un clima diverso dal Nord, per cui mentre a Lecce la schiusa delle uova può avvenire a marzo, a Bari e a Foggia arriverà più tardi. Da qui la necessità di effettuare dei campionamenti e intervenire solo nel momento in cui le ninfe sono tra la quarta e inizio quinta età, in modo da distruggere le uova e limitare il numero sempre molto alto di popolazione di vettori, abbassando di conseguenza il pericolo contagio.
Nel frattempo, i ricercatori che hanno scoperto i due nuovi vettori lavorano anche su un altro insetto che potrebbe essere un trasmettitore del batterio: la comune cicala. «È un insetto che si nutre dallo xylema degli ulivi e, quindi, potrebbe essere un altro potenziale vettore. Finora, però, tutte le analisi sono state negative. Ma stiamo continuando con gli esperimenti». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia