Il commissario per l’emergenza xylella Giuseppe Silletti non può abbattere gli alberi malati, né ricorrere ai fitofarmaci, ma può andare avanti nelle azioni preventive per...
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Scrive il consigliere nella ordinanza che accoglie il ricorso del commissario e del ministero delle Politiche agricole: «La sospensione con decreto monocratico dell’ordinanza appellata determinerebbe l’attuazione del programma di abbattimento degli ulivi malati o sospettati di esserlo, con effetti irreversibili», con senso di responsabilità il firmatario del provvedimento dice che non può essere un solo giudice, ma solo un collegio è l’organo deputato a decidere nel merito delle misure drastiche come l’abbattimento. Nulla osta invece per il resto. Scrive ancora il giudice: «Rilevato che l’ordinanza cautelare appellata ha disposto la sospensione degli atti impugnati, nei limiti dell’interesse dei ricorrenti, non esclude pertanto, la prosecuzione di ulteriori azioni rispetto all’abbattimento degli ulivi malati».
Si va avanti con una parte del piano, dunque, nel nome di un bene comune superiore agli interessi dei singoli «ritenuto che evidentemente gli stessi ricorrenti in primo grado hanno l’interesse a porre in essere tutte le possibili azioni per il contenimento della diffusione del batterio xylella, agenti sugli insetti che lo diffondono e sul loro habitat». Le aziende biologiche salentine che hanno presentato ricorso al Tar e hanno ottenuto la sospensiva hanno contestato in ogni caso la decisione stessa del commissario Silletti di rivolgersi al Consiglio di Stato. «Riteniamo che tale atto sia estremamente grave perché minaccia la tenuta del patto costituzionale di fiducia tra pubblica amministrazione e imprese. Il Commissario Silletti pretenderebbe infatti di imporre alle Aziende che praticano l’Agricoltura biologica l’obbligo di somministrazione massiccia di veleni sul suolo delle dette aziende, ignorando il fatto che il miglior contrasto al batterio xylella, secondo larga parte del mondo scientifico, deve passare attraverso le buone pratiche agricole e i metodi e prodotti ecocompatibili», sottolineano i rappresentanti delle aziende agricole.
«La decisione di colpire le aziende biologiche salentine, in questo cruciale momento storico, segnala la lucida volontà del commissario di sopprimere le pratiche ecocompatibili, lasciando libero campo all’industria chimica e ai relativi prodotti che hanno impoverito la biodiversità conducendo alla progressiva desertificazione del territorio”, aggiungono gli imprenditori. «L’appello al Consiglio di Stato contro i legittimi interessi delle Aziende biologiche salentine smaschera definitivamente le perverse logiche che nutrono certe decisioni politiche che remano contro gli interessi delle comunità locali, ignorando le pressanti richieste del mondo agricolo per il ritorno alle buone pratiche e ai nuovi metodi ecocompatibili». concludono. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia