Vaccinazioni obbligatorie, sì o no? Il dibattito sulla nuova legge, in vigore dall’estate scorsa, è entrato anche nell’agenda dei partiti che sono in...
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La media, invece, degli “inadempienti” – cioè di coloro che al 31 ottobre scorso non erano ancora stati vaccinati – è di circa l’8%: significa che il 92% dei bimbi pugliesi ora è protetto da patologie come morbillo, parotite, rosolia pertosse. Vediamo nel dettaglio la copertura in base all’età e al tipo di vaccino, cominciando dall’esavalente (anti tetano, difterite, pertosse, poliomielite, emofilo b, epatite b). I bambini “recuperati” nella fascia di età di 2 anni rappresentato il 3,4%, tra quelli di 3 anni la percentuale è del 2,3%, tra quelli di 4 anni si scende al 2% al pari dei bambini di 5 anni, ed infine tra i piccoli di 6 anni i “recuperati” rappresentano il 2,6%. Il maggior numero di “inadempienti” per quanto riguarda l’esavalente si ha tra i bimbi di 2 anni: l’8,9% non è stato ancora vaccinato nonostante l’obbligo. Passiamo al vaccino contro morbillo, parotite e rosolia, qui le percentuali di bimbi “recuperati” sale, ma è anche più elevata la fetta di piccoli non ancora immunizzati. Ad esempio, il 5,1% dei bambini di 2 anni è stato “recuperato”, ma il 13,2% risulta ancora non vaccinato. Così come non è stato sottoposto a profilassi il 10,9% dei piccoli di 3 anni (4,2% recuperati) e il 10% di quelli di 4 anni (3,8% recuperati); tra i bambini di 5 anni è stato recuperato il 3%, mentre tra quelli di 6 anni il 4,5%. I dati ufficiali, quindi, dicono che la nuova legge sull’obbligo ha sortito un effetto positivo, sono aumentati i bambini che ora sono protetti da malattie che, in alcuni casi, possono portare a complicanze anche mortali. Per buona pace di chi sostiene, invece, che l’obbligo possa produrre effetti negativi e contrari, diffondendo diffidenza nella popolazione e maggiore paura e “diserzione”.
Il prossimo aggiornamento si avrà il 7 febbraio, dalle Asl sono ottimisti sul fatto che i dati possano migliorare ulteriormente. Al 31 ottobre, però, c’è ancora circa l’8% di bimbi non vaccinato, circa 5.600. Vengono definiti “irregolari”, cosa significa? Che potrebbero aver cominciato il ciclo di vaccini ma averlo interrotto o, comunque, non concluso; oppure potrebbero aver prenotato la vaccinazione ma non averlo comunicato; e, infine, tra di loro potrebbero esserci anche bimbi che, per conclamati motivi di salute, hanno ottenuto l’esonero dall’obbligo. Ora, però, inizia la fase due: la sfida per Regione, Asl e scuole sarà convincere i genitori di quei 5mila bambini “irregolari” a rispettare la nuova norma nazionale. Al momento non risultano casi di allontanamento dagli asili di piccoli non vaccinati, ma questo è quello che prevede la legge: quindi, per chi volontariamente ha deciso di non vaccinare i propri figli il rischio è che, dopo i controlli incrociati di Asl e scuole e dopo un primo avvertimento, possa scattare l’espulsione. L’obiettivo è non arrivare a dover impedire ai piccoli di frequentare negli asili, per questo i genitori inadempienti riceveranno un richiamo e saranno invitati a discuterne. Almeno inizialmente verrà adottata la linea “morbida”, quella del dialogo ma da marzo in poi scuole e Asl saranno chiamate a far rispettare una norma dello Stato.
Sono 10 le vaccinazioni obbligatorie richieste ai bambini e ragazzi fino a 16 anni, le vaccinazioni però sono essenziali per l’iscrizione all’asilo nido, alla scuola materna e ai servizi integrativi, compresi quelli privati. Nella fascia da 6 a 16 anni, invece, chi non si vaccina rischia solamente una multa. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia