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Paese che vai presenze che trovi. Ma in Puglia non tutti sorridono. Le prime ricognizioni dell’Osservatorio turistico regionale relative al mese di luglio – annunciate dall’assessore regionale, Gianfranco Lopane - evidenziano una tendenza in linea con quella dello stesso periodo del 2022; il dato però è in netto contrasto con quanto dichiarato da molti operatori e da associazioni di categoria, come Asshotel e Federalberghi, secondo cui la curva dell’andamento turistico della Regione per l’anno in corso registra, proprio nei mesi estivi, picchi in discesa. Il quadro è complesso e necessita di un’analisi capillare che tenga conto dei singoli risultati spacchettati per destinazioni, segmenti e periodi – dicono da tempo gli imprenditori. Ed in effetti quelle riportate da Lopane relativamente alle settimane estive sono ancora stime parziali e non ufficiali.
Le statistiche
Secondo le statistiche presentate dall’assessorato il comparto tuttavia complessivamente sembra tenere: la Regione nel primo semestre ha registrato un aumento sia degli arrivi, pari al 9%, che delle presenze, migliorate del 10%. Ciò a conferma della buona performance nei mesi di bassa stagione e di una presenza crescente di turisti dall’estero. Esistono però dei nodi da sciogliere: su tutti la concorrenza sleale e l’abusivismo che in alcuni territori minano il lavoro delle aziende che lavorano in piena regola; ma anche il calo di presenze del target medio nel periodo più caldo dell’anno (evidenziato anche dai movimenti aeroportuali) e la riqualificazione del prodotto mare alla quale occorre affiancare l’offerta del territorio per tenere alta la competitività.
«Non abbiamo ancora dati ufficiali e definitivi - dice l’assessore regionale - quelli si avranno a consuntivo e dovranno essere validati da Istat.
Il piano strategico
Una delle riflessioni da fare, e che stiamo facendo nel Piano strategico, è proprio su questo tema: il mare deve essere proposto affiancato ai servizi e ad altri segmenti che consentano di allargare la stagione da aprile a novembre: sport acquatici, attività nei parchi naturali, diportismo. Nasceranno sempre nuove destinazioni che potrebbero essere più competitive sul prezzo o per altri elementi e non possiamo aspettare che il prodotto vada in crisi. Un’altra questione rilevante è quella delle concessioni, aspettiamo la risoluzione definitiva del Governo perché in questo modo si paralizzano anche gli investimenti. È chiaro che la forza della Puglia non siano solo gli oltre 800 chilometri di costa ma il 100% di acque tra le più pulite del Paese: questo è frutto di politiche di conservazione del paesaggio. Come Regione abbiamo l’obiettivo di investire in una maggiore accessibilità delle spiagge libere, che per legge in Puglia devono essere il 60%: pulizia, accesso ai disabili, parcheggi, salvataggio. La Puglia però è anche altro».
Ma la maggior parte delle imprese della filiera sono impegnate nell’offerta balneare. E devono essere tutelate. «Le aziende pugliesi – dice ancora l’assessore - possono essere più competitive proprio perché hanno la possibilità di abbinare al mare altri prodotti che ci rendono unici. Pesa sicuramente il tema dell’abusivismo che va oltre l’extralberghiero: con il Cis (codice identificativo struttura) abbiamo fatto passi importanti, continuiamo a lavorare in sinergia con la Guardia di Finanza in tema di verifiche. La qualità del turismo in un territorio si misura anche da come si gestisce e combatte il sommerso. Ma la Puglia continua a crescere, non possiamo dire, certo, che tutto sia perfetto ma stiamo lavorando ad una rimodulazione dell’organizzazione turistica regionale: attiveremo per questo i Dmo, i distretti di organizzazione delle destinazioni, che consentiranno di riqualificare l’offerta per territori e vocazioni. Inoltre nel prossimo consuntivo analizzeremo tutti gli elementi emersi nel corso del dibattito aperto in queste settimane per capire se ci sono elementi da cui trarre spunto».
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Quotidiano Di Puglia