Turismo, prenotazioni in calo nel Salento: «Mancano i giovani». Meglio Bari e la Valle d'Itria

Turismo, prenotazioni in calo nel Salento: «Mancano i giovani». Meglio Bari e la Valle d'Itria
Puglia sold out? Le premesse in primavera c’erano tutte. Maggio e giugno sono esplosi con cifre che hanno fatto rivivere gli anni pre covid; luglio invece, in parte, sta...

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Puglia sold out? Le premesse in primavera c’erano tutte. Maggio e giugno sono esplosi con cifre che hanno fatto rivivere gli anni pre covid; luglio invece, in parte, sta deludendo le aspettative. Niente tutto esaurito: nella prima quindicina del mese molte strutture hanno registrato un calo significativo e un rallentamento delle prenotazioni. Una tendenza, però, che non interessa tutto il territorio regionale: la flessione si avverte soprattutto nel Salento e riguarda in particolare la ricettività e i villaggi tre stelle, il comparto degli alloggi turistici e casa vacanza e il segmento del turismo giovanile. 

Il quadro

Insomma mancano i giovani e le famiglie medie e monoreddito, quelle evidentemente più colpite dai rincari, che oggi fanno i conti con una ridotta capacità di spesa. Ed è scomparso al momento il fenomeno dell’overturismo che aveva caratterizzato i mesi centrali dell’estate 2020 e soprattutto 2021. La Puglia resta tra le mete più desiderate e cliccate ma di fatto si registrano, in alcune località, meno arrivi e meno presenze di quelle attese: un minore flusso che si riflette anche sulla ristorazione e sulle attività di servizi ed esperienze varie. A dare conferma di quella che, inizialmente, pareva essere solo una percezione sono gli indicatori più comuni: il traffico, le code ai bancomat, i parcheggi e persino l’attività del pronto soccorso. 

I fattori da analizzare

Ma quali sono i fattori che stanno determinando questo calo? I rincari esorbitanti che gravano sui cittadini, il costo del carburante e il balzo della curva pandemica con il picco di contagi della scorsa settimana. Ma anche questione di moda, dice qualcuno. Significativo il caso di Gallipoli, dove quest’anno, con la riapertura delle discoteche e il ritorno di alcuni storici locali di intrattenimento, ci si aspettava un nuovo boom di turismo dei giovani. 
«Ci sono per ora molti meno ragazzi - commenta Stefan Carlino, imprenditore gallipolino titolare di case vacanza e alberghi in Baia Verde – e di conseguenza meno presenze. Le motivazioni sono diverse, intanto la riapertura dopo due anni delle destinazioni estere ha fatto orientare la moda dei ragazzi verso altri Paesi. Ad esempio una località come l’isola di Zante è oggi una delle mete preferite dai giovani ed è sold out da aprile. In bassa stagione ci vanno gli europei e da metà luglio e tutto agosto gli italiani. Questo perché oltretutto l’Italia, e la nostra Puglia, sono diventate più costose. Le famiglie poi con le stangate di gas, luce e gasolio non si possono permettere di andare in vacanza, alcuni scelgono se mandare i figli da soli o andare tutti insieme. Ma quest’anno la moda dei ragazzi è fare il viaggio oltre i confini nazionali». 

Il turismo giovanile

Il picco del turismo giovanile è previsto tuttavia a partire dalla prossima settimana ma la crisi inflattiva ha cambiato le abitudini di molti: tendenzialmente si arriva per soggiorni più brevi, nei giorni a ridosso dell’evento a cui si desidera partecipare. Le maggiori difficoltà insomma si riscontrano per la fascia di popolazione che deve necessariamente rinunciare a ciò che non è essenziale. La scelta ricade su località meno costose o su viaggi di più breve durata. E alcune località costiere del Salento, va detto, cavalcando l’onda del successo sono diventate meno accessibili. Ci sono poi altre dinamiche: per alcune tipologie di turismo infatti, tra cui quello di chi per viaggiare utilizza auto o camper grava in modo pesante il caro gasolio. Il costo della benzina per raggiungere Gallipoli da Milano, per fare un esempio, incide in termini di valore come due giorni di soggiorno per l’intera famiglia in un villaggio. Buona invece, in tutta la Puglia, l’occupazione per le strutture ricettive, di varia tipologia, da 4 stelle in su: villaggi, hotel, Resort, Masserie: «Le percentuali di occupazione nelle strutture ricettive, villaggi e campeggi – fanno sapere da Confindustria Turismo Puglia - stanno toccando il 93/94% sia in provincia di bari che nel Salento, nel Gargano e nelle altre province. E anche le stazioni termali e gli hotel dotati di centro benessere stanno andando bene per le cure post covid».

Il target che resiste

Il target medio e medio alto ancora resiste. La crisi ha mandato in sofferenza l’italiano medio e le conseguenze si riflettono proprio su quelle località che vivono di un turismo più popolare in cui la presenza massiccia del segmento extralberghiero e delle case vacanze aveva generato l’over turismo delle scorse stagioni. Conferme anche da Bari che generalmente lavora con il target estero alto spendente e il business. «Al momento non registriamo nessuna flessione nella nostra provincia – dice Cosimo Ranieri di Hotel Villa Romanazzi e presidente della sezione turismo di Confindustria Bari e Bat. Apparentemente il problema non c’è e le strutture principali sono abbastanza piene. La stagione sta andando molto bene, non siamo più una Cenerentola ma una destinazione turistica in grado di competere a livello di appeal con le maggiori destinazioni dell’alta stagione».

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Quotidiano Di Puglia