Malore dopo aver mangiato carne di cinghiale: dieci casi di trichinosi in Puglia

Malore dopo aver mangiato carne di cinghiale: dieci casi di trichinosi in Puglia
Sono cinque accertati e altri cinque sospetti i casi di Trichinosi dell'uomo accertati in provincia di Foggia. Secondo gli accertamenti compiuti finora, si ipotizza che le...

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Sono cinque accertati e altri cinque sospetti i casi di Trichinosi dell'uomo accertati in provincia di Foggia. Secondo gli accertamenti compiuti finora, si ipotizza che le persone positive al parassita trichinella, che si trasmette all'uomo esclusivamente per via alimentare, avrebbero mangiato carne di cinghiale. Le condizioni di salute delle dieci persone sono buone e si stanno curando a casa con una terapia farmacologica.

Le indagini della Asl

Proseguono le indagini dei veterinari dell'Asl per verificare l'origine del parassita. Il periodo di incubazione nell'uomo è generalmente tra gli 8 e i 15 giorni ma può variare tra i 5 e i 45 giorni, a seconda della quantità di parassiti ingeriti. La sintomatologia classica nel 40% dei casi è caratterizzata da diarrea, dolori muscolari, sindrome simil-reumatica, debolezza, edemi alle palpebre, fotofobia e febbre. Il parassita è in grado di resistere, per un mese, al congelamento a -15 gradi ma viene inattivato nel momento in cui la temperatura di cottura nel cuore delle carni raggiunge i 70 gradi per almeno quattro minuti.

L'istituto Superiore di Sanità

La trichinellosi (detta anche trichinosi) - si legge sul sito dell'ISS - è una zoonosi causata da vermi cilindrici appartenenti al genere Trichinella, un parassita che inizialmente si localizza a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli, dove poi si incistano. Il parassita è in grado di infettare i mammiferi, gli uccelli e i rettili, soprattutto quelli carnivori e onnivori (maiale, volpe, cinghiale, cane, gatto, uomo).


La trasmissione all'uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita. In Italia, il veicolo di trasmissione è la carne suina (maiale o cinghiale), equina e più raramente di carnivori selvatici (volpe). La trichinosi non si trasmette da persona a persona.


I sintomi e la diagnosi

Nell'uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, con alcuni decessi. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.


Prevenzione

La trichinellosi può essere prevenuta osservando le seguenti misure igienico-sanitarie:

  • la carne va consumata ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno
  • la selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l'eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni
  • se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve
  • nel caso si allevino maiali, impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero essere stati infestati dal parassita
  • quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti
  • salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l'uccisione del parassita.
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Quotidiano Di Puglia