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«Dobbiamo aspettare il Consiglio di Stato e vedere, carte alla mano, cosa succede. Io ho fatto un piano che prevedeva di togliere il carbone all'altoforno, elettrificarlo, passare subito al gas in modo da abbattere la CO2, sperando di essere velocissimi sugli ulteriori passaggi all'idrogeno. Se però non si potrà andare avanti, io questa cosa la dovrò fermare». Lo ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, durante l'incontro “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, organizzato da PwC Italia in media partnership con Sky, rispondendo a una domanda su come la sentenza del processo “Ambiente svenduto” inciderà sul processo di riconversione. «Taranto - ha aggiunto il ministro - va tutelata a tutti i costi, però le sentenze ci diranno cosa succederà. Per me, prima viene la salute, poi il Pil, poi il resto, però dobbiamo aspettare le sentenze e capire cosa succede».
La viceministra Bellanova: «Avanti con il risanamento»
Sul futuro del siderurgico è intervenuta anche la viceministro per le Infrastrutture la mobilità sostenibile, la pugliese Teresa Bellanova. «Non possiamo permettere - ha detto ai microfoni di RaiNews24 - che Taranto divenga una seconda Bagnoli. Gli investimenti finalizzati al risanamento ambientale e alle bonifiche devono procedere, è una condizione a cui non ci si può sottrarre.
Cgil: «Si produca acciaio senza inquinare». Confindustria: «Banco di prova del Governo»
«La Cgil e la Fiom si sono costituite parte civile a questo processo, perché i lavoratori si sono sentiti parte offesa dall'inquinamento che uccideva dentro e fuori la fabbrica. Oggi grazie alle risorse esistenti è possibile però fare investimenti per produrre acciaio senza inquinare e uccidere» ha detto, a margine della manifestazione dei sindacati davanti al ministero dei Trasporti, il numero uno della Cgil Maurizio Landini che ha rivendicato la battaglia del sindacato per la salute e la sicurezza insistendo per un nuovo protagonismo dello Stato anche su questa vicenda. «L'incertezza - ha aggiunto - rischia solo di danneggiare il Paese. Se Ilva è uno stabilimento di interesse nazionale e l'Italia vuole rimanere un Paese industriale, il governo, se entra in quella società, deve fare tutti gli investimenti necessari. C'è infatti un quadro nazionale, anche legislativo, che lo consente».
«Fondamentale pianificare una politica dell'acciaio sostenibile» per la Confindustria Puglia, con il presidente Sergio Fontana. «Su Taranto e l'ex Ilva - ha chiarito il rappresentante degli industriali - si giocano le sorti del governo italiano e, al di là della questione giudiziaria, è fondamentale pianificare una politica dell'acciaio sostenibile. I ministri Cingolani e Giorgetti sono due risorse importanti. La questione Ilva - ha aggiunto Fontana - è un importante banco di prova per il governo nazionale, non è una questione solo tarantina o pugliese. Si misureranno le capacità del governo di pianificare una produzione compatibile con l'ambiente. Senza acciaio non possiamo vivere, la produzione è indispensabile ma deve e può essere sostenibile». Sulla conclusione del processo di primo grado “Ambiente svenduto”, ha aggiunto poi: «Le sentenze vanno sempre rispettate, ovviamente questo è solo il primo grado di giudizio e ce ne saranno altri due. Vedremo cosa succederà».
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