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Il Tar di Puglia ha deciso: alla maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale spettano 27 seggi e non 29. Accogliendo i ricorsi presentati dai candidati di centrodestra non eletti Vito De Palma (Forza Italia) e Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani), i giudici amministrativi hanno «annullato in parte gli atti impugnati», ordinando «la correzione delle operazioni elettorali e dei conseguenti risultati, a partire dalla rettifica della cifra elettorale di riferimento per l'assegnazione del premio di maggioranza, da ricalcolarsi al netto dei voti ottenuti dalle liste che -all’interno delle coalizione vittoriosa- non hanno superato la soglia del 4%, fino alla proclamazione degli eletti». I giudici hanno inoltre stabilito la redistribuzione dei seggi secondo le nuove proporzioni nel centrosinistra.
IL VERDETTO: 202100410_02 (1)_04165627.pdf
Il Tar ha quindi demandato alla prefettura di Bari di riassegnare i 27 seggi di maggioranza (51 i consiglieri in tutto), compresa la ripartizione degli stessi fra i partiti della coalizione di maggioranza, individuando i candidati eletti. I giudici amministrativi si sono riservati le motivazioni della decisione, spiegando però nel dispositivo che il premio di maggioranza va «ricalcolato al netto dei voti ottenuti dalle liste che all'interno della coalizione vittoriosa non hanno superato la soglia del 4%».
Il ricorso era stato presentato dagli avvocati Luciano Ancora, Sabina Ornella Di Lecce, Gianluigi Pellegrino e Francesco Paolo Sisto, contro la Regione Puglia.
«Il punto era questo - spiega l'avvocato Pellegrino -: il premio di maggioranza era stato valutato calcolando anche i voti delle liste che non hanno superato lo sbarramento, e questo nonostante la legge elettorale pugliese sia esplicita nel riferire il premio solo alle liste che accedono in consiglio. In altri termini, la legge elettorale pugliese - premesso che il premio di maggioranza va sempre in deroga ai voti effettivamente raccolti - ha inteso rafforzare le liste che in consiglio accedono e sostengono il presidente, che certo non possono a tal fine utilizzare voti che erano andati ad altre e diverse liste. Peraltro la sorprendente scelta del seggio elettorale avrebbe incenitivato la presentazione di liste civetta che invece la legge vuole cercare di disincentivare. Grazie alla decisione del Tar viene ricondotta a legittimità la composizione del consiglio, dove le liste che sostengono Emiliano hanno diritto al premio ma in base ai voti dalle stesse raccolti e non già utilizzando i voti presi da altre e diverse liste che in consiglio non accedono e in danno, a quel punto ingiusto, delle minoranze».
Quotidiano Di Puglia