È il giorno dell'epilogo, in un modo o nell'altro. Oggi il governo gialloverde emetterà il proprio verdetto sul gasdotto Tap, opera già autorizzata,...
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Su cosa sta lavorando in queste ultime, febbrili ore il ministero dell'Ambiente? Come accennato, si tratta dell'incartamento presentato dagli alfieri pugliesi del no durante il vertice convocato l'altroieri a palazzo Chigi da Conte. Ha spiegato ieri Costa: «In questo momento sono nel mio ufficio al Ministero e il mio ufficio legislativo, la segreteria tecnica e la direzione generale competente stanno lavorando ad oltranza: abbiamo preso l'impegno, da ieri sera fino al massimo domani nell'arco della giornata (oggi, ndr) di definire nelle mani del presidente del consiglio il carteggio. Stiamo verificando se ci sono le condizioni della tutela della posidonia, un'alga fortemente protetta che si trova nel mare di fronte a San Foca, e della cimodocea. Stiamo cercando se queste due alghe ci sono, quante ce ne sono, e se il carteggio amministrativo ce lo ha mai detto». Si tratta di valutazioni già effettuate in estate (oltre che, a suo tempo, in sede di Valutazione d'impatto ambientale) e che hanno prodotto un parere di compatibilità. Ignorare la richiesta di un supplemento d'indagini avanzata da sindaco e cinque stelle avrebbe però ulteriormente compromesso clima e rapporti. In caso di disco verde al progetto, a stretto giro Tap rimetterà in moto il cantiere, attivando una nuova fase dei lavori: lo scavo della trincea sottomarina per la realizzazione del microtunnel. Le prime operazioni saranno soltanto propedeutiche (a questo scopo è attraccata a Brindisi la Adhemar de Saint-Venant, che installerà il cosiddetto palancolato provvisionale, una misura di mitigazione ambientale). Finora Tap ha preferito aspettare, anche in virtù dei contatti informali col governo.
Chi è visibilmente sulle spine è il M5s. Ieri i consiglieri regionali così hanno replicato: «È comico per non dire drammatico leggere le note indignate dei maestri dell'ipocrisia, i consiglieri dei vecchi partiti che improvvisamente si sono scoperti tutti NoTap. Proprio loro che fanno parte di quei partiti che in parlamento hanno fatto partire gli accordi internazionali per il gasdotto. Addirittura componenti del Pd, il partito che Tap lo ha fatto nascere, difeso e portato avanti, hanno anche solo il coraggio di esprimersi sul tema», «come mai la maggior parte delle volte che abbiamo portato in Consiglio regionale delle mozioni o proposte per fermare il gasdotto, o non le avete discusse o le avete puntualmente bocciate? Siete senza vergogna. Noi del M5S le nostre battaglie per cercare di fermare il vostro gasdotto le abbiamo combattute e continuiamo a combatterle». Di analogo segno le parole di Diego De Lorenzis, deputato: «Negli ultimi sei anni il M5S ha profuso un impegno totale per fermare Tap. Abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere come parlamentari per contrastare quest'opera. La nostra posizione non è mutata nel tempo ed è la medesima ad ogni livello istituzionale. Per questo non chiediamo scusa, perché le responsabilità sono precedenti a noi. Sia in Puglia, sia al governo. I propositi espressi in campagna elettorale sono frutto della capacità di accedere alle informazioni circa la situazione del momento, situazione che è mutata nel tempo indipendentemente dalla nostra volontà. Adesso, al governo, alcuni di noi hanno potuto accedere ad informazioni a cui prima non avevamo accesso». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia