Sentenza Consulta, referendum è meramente abrogativo

Sentenza Consulta, referendum è meramente abrogativo
ROMA, 2 FEB - Il quesito referendario non comporta l'introduzione di una nuova e diversa disciplina, proponendosi un effetto di mera abrogazione al fine di non consentire che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA, 2 FEB - Il quesito referendario non comporta l'introduzione di una nuova e diversa disciplina, proponendosi un effetto di mera abrogazione al fine di non consentire che vi siano deroghe ulteriori rispetto alla durata dei titoli abilitativi gia' rilasciati. E qualora l'effetto del referendum fosse di abrogazione, la salvaguardia ambientale resterebbe comunque oggetto di una apposita disciplina normativa, anche di origine europea.


Con queste motivazioni la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum in materia di divieto di attivita' di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi entro le dodici miglia marine, che chiede di abrogare l'estensione dell'esenzione prevista per i titoli abilitativi gia' rilasciati, alla durata della vita utile del giacimento. La sentenza e' stata depositata oggi. E sul sito della Corte Costituzionale e' stata inoltre pubblicata una sinossi che spiega nel dettaglio i contenuti e le motivazioni della decisione dei giudici.

La Consulta ha anche ritenuto che il rilievo sollevato dall'Avvocatura generale dello Stato, secondo la quale il quesito, se accolto, comporterebbe la lesione del "diritto" alla proroga delle concessioni petrolifere maturato dai titolari, prospetta un vizio di legittimita' costituzionale il cui esame e' inammissibile, dato che la Corte interviene solo sull'oggetto specifico e limitato del controllo di regolarita' del procedimento di abrogazione referendaria.

La Corte costituzionale ha dunque giudicato ammissibile il quesito referendario poiche' esso rispetta i limiti espressamente indicati dall'articolo 75 della Costituzione; non riguarda alcuna delle materie di cui l'articolo prevede l'esclusione; non ha contenuto propositivo; si presenta come unitario ed univoco e possiede i necessari requisiti di chiarezza ed omogeneita'. (ANSA. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia