Carenza di medici: siglata l'intesa con la Regione. «Fino al 70% dei posti messi a concorso sono scoperti»

Carenza di medici: siglata l'intesa con la Regione. «Fino al 70% dei posti messi a concorso sono scoperti»
Carenza di medici: i medici di famiglia firmano un’intesa con la Regione per garantire l’assistenza ai cittadini. La Fimmg (Federazione italiana medici di...

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Carenza di medici: i medici di famiglia firmano un’intesa con la Regione per garantire l’assistenza ai cittadini. La Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) ha firmato un nuovo accordo integrativo (Air)con la Regione Puglia. L’air, che entrerà in vigore dal 2020, va incontro all’attuale carenza di medici legata alla gobba pensionistica e alla conseguente esigenza di garantire ai cittadini pugliesi la continuità assistenziale sul territorio e la copertura del medico di famiglia. I dati regionali documentano infatti come in alcune Asl fino al 70% dei posti messi a concorso nel 2018 per le convenzioni della medicina generale siano rimasti scoperti.


L’accordo avvia inoltre il percorso per arrivare al ruolo unico della "Continuità Assistenziale e della Medicina Generale" e facilita l’ingresso dei medici all’interno delle forme associative della medicina generale, che stanno conoscendo diverse difficoltà. In base a dati elaborati da Fimmg, in Puglia oltre il 50% dei medici in associazione va in pensione nei prossimi 5 anni. Per questa ragione, al 2022 il 45% delle associazioni della medicina generale pugliese rischiano di chiudere per assenza del numero minimo di 3 medici. Un dato che nel 2024 salirà al 64% delle associazione e rischia di avere ripercussioni sull’assistenza di oltre 1,5 milioni di cittadini pugliesi, il 45,5% della popolazione attualmente assistita.

Per far fronte a queste problematiche, l’accordo modifica il rapporto ottimale della Medicina Generale, che passerà da 1 medico ogni 1000 abitanti a 1 medico ogni 1300. Inoltre, consente ai medici con il doppio ruolo (continuità assistenziale + medicina generale) che superano il tetto dei 650 assistiti, di mantenere l’attività in continuità assistenziale fino al nuovo tetto di 850 assistiti, purché entrino in forme associative, anche senza percepire temporaneamente le indennità aggiuntive previste. In questo modo, senza incidere sulle risorse messe a budget, si promuove il modello della medicina associativa, garantendone la sopravvivenza e quindi offrendo una copertura assistenziale ottimale ai pazienti. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia