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Da Parigi a Brindisi, in aereo, in 2 ore e 25 minuti. Da Brindisi a Gallipoli, con i mezzi pubblici, occorrono oltre tre ore. Sulla carta Aeroporto del Salento, ma da qui alcune parti del Salento sembrano persino più lontane della Francia. Criticità e difficoltà dell’arrivo al principale snodo turistico del territorio accompagnano Il Nuovo Quotidiano di Puglia nella quinta puntata dell’Odissea Trasporti. Arrivare all’aeroporto di Brindisi da Lecce è piuttosto semplice, ma potrebbe esserlo ancor di più. Fare lo stesso tragitto da Gallipoli, per eccellenza meta di movida e turismo giovanile, è sicuramente più complesso, a tratti quasi impossibile.
La partenza e le indicazioni che non esistono
Giovedì mattina, ore 10, da Piazzale Carmelo Bene, l’ex Foro Boario, per raggiungere l’aeroporto c’è un autobus della compagnia “Sita”. Su internet, scherzi del destino e dei crudeli motori di ricerca, il primo pdf che si trova in giro ha degli orari vecchi, che si riferiscono al 2019. Nei punti vendita, però, il foglio con la tabella delle partenze è aggiornato. Primo disagio: per fare il biglietto, a Lecce, bisogna recarsi in un’agenzia di viaggi, in un tabaccaio su Viale De Pietro (nei pressi del tribunale) o al Bar Garden, piuttosto vicino al punto di partenza. Ma la prima corsa parte alle 5 e la seconda alle 6.20, e se a quell’ora, come è piuttosto scontato, il bar è chiuso l’unico modo per acquistare il ticket è rivolgersi all’autista, che fin troppo spesso non ha resto e che soprattutto - come da regolamento - applica 1,50 euro di sovrapprezzo e il tragitto viene a costare 8 euro piuttosto che 6,50.
Basta aver viaggiato all’estero, però, per ricordare i prezzi esorbitanti di alcuni collegamenti tra centro città e aeroporto per ritenere questo, tutto sommato, un costo quanto meno accettabile. Non poter, però, acquistare il biglietto direttamente al capolinea rappresenta un problema. E un turista, presumibilmente inglese o comunque anglofono, si chiede, ad alta voce, come mai non vi sia una biglietteria automatica, un po’ come accade anche nelle stazioni dei paesini sperduti. Ma tant’è. E questo sembra il disagio meno importante dal punto di partenza del “viaggio”. In realtà l’autobus arriva con un ritardo di pochi minuti (appena sette), tempo che recupera nel corso del tragitto senza particolari problemi e senza causare disservizi, ma non è segnalato dove imbarcarsi all’ex Foro Boario. A guardare bene, la pensilina è nient’altro che un palo giallo, pericolante e infatti è inserito ad arte in un vecchio copertone di una ruota da automobile.
Il cartello con il nome della compagnia è evidentemente caduto. Bisogna affidarsi al buon cuore di chi quel tragitto lo ha già fatto altre volte per capirlo. E se non c’è nessuno, qualche coraggioso anche per via della giusta ansia pre-partenza, chiama direttamente la Sita per chiedere se è davvero quello il luogo della partenza e se non vi siano problemi.
Tornare dall'aeroporto
E per chi arriva? Null’altro che una questione di fortuna. Se l’atterraggio dell’aereo coincide con l’autobus del ritorno, si fa presto, altrimenti bisogna soltanto aspettare. Attendere. E in aeroporto, “momentaneamente” spiega una barista, non hanno biglietti. Anche in questo caso serve procedere con la tariffa maggiorata. La fermata è all’uscita della porta degli arrivi, vicina e rapida, del resto è una struttura piccola e comoda. Però chi giovedì è atterrato da Bergamo alle 11.41 ha dovuto attendere le 12.50 per prendere il pullman ed è arrivato a Lecce solo alle 13.30.
E va ancora peggio a chi deve fare lo stesso tragitto da Gallipoli. Venerdì mattina, l’iniziativa Salento in Bus non è ancora partita (aggiungerà, da oggi, qualche corsa tra Gallipoli e Lecce, arrivando proprio all’ex Foro Boario e quindi facilitando i collegamenti, ma non prevede linee dirette per l’aeroporto), per raggiungere il “Papola-Casale” bisogna partire alle 10.05 con un treno regionale, fare cambio a Lecce (sempre che sia puntuale) e poi proseguire per Brindisi, con un treno che porta a Milano o a Venezia (solitamente), per poi uscire dalla stazione di Brindisi e raggiungere Via Indipendenza, da dove il traffico di mezzi è sempre attivo. Da lì, il collegamento per l’aeroporto. A conti fatti servono circa tre ore per fare una sessantina di chilometri. Secondo Google Maps non c’è alternativa. E la situazione, da oggi, sarà leggermente migliore ma mica troppo.
Quanto costa un taxi?
Certo, volendo e potendoselo permettere, si può prendere un taxi. Basta fare una chiamata: da o per Lecce servono almeno 80 euro, da o per Gallipoli quasi il doppio (richiesta media 150). E chi fa il servizio navetta personalizzato, dalla “città bella” chiede 50 euro per un solo passeggero, 60 se si è in due. Può davvero essere economicamente più dispendioso il viaggio per l’aeroporto che quello per una grande città europea? Interrogativi e discussione alla fermata, nei pressi dell’area fumatori, dove qualche tabagista tira nervosamente dalla sigaretta in attesa di capire quale sia il suo mezzo. Arrivare in aeroporto, però, sembra affare per tasche larghe, per potersi permettere il trasporto in auto e magari il pagamento del parcheggio. A proposito: noleggiare un auto? Qui sì che serve essere ricchi per davvero.
E Gallipoli, la città dei giovani e della movida per tutta l’Italia, diventa improvvisamente lontana dal proprio scalo più vicino. Bella, ma lontana e scomoda da raggiungere.
E i voli aumentano, per viaggiare e per ricevere turisti dall’estero. Ma chi viene da Parigi ci metterà di meno a raggiungere Brindisi, che non ad arrivare a Gallipoli dall’aeroporto. Scherzi del destino e di un sistema che - al netto di un mezzo tutto sommato comodo - nasconde insidie e lacune. Da esprimere in italiano, perché l’inglese resta tabù persino nei bar dell’aeroporto. E se la gabbianella aveva incoraggiato il gatto, nel famoso romanzo di Luis Sepulveda, dicendogli che vola solo chi osa farlo, qui di coraggio ne serve altrettanto. Non per volare, ma per arrivare in aeroporto.
Quotidiano Di Puglia