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Sicurezza degli ambienti scolastici, più aule anche in affitto e convenzioni con le aziende per potenziare il servizio di trasporto. Dopo un anno e mezzo di scuole aperte a singhiozzo e didattica a distanza, ora l’obiettivo del governo è quello di riportare in classe più di 8 milioni di studenti italiani. E in vista di settembre sul tavolo ci sono 480 milioni di euro. Ad annunciarlo ieri nel corso del question time al Senato è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Banchi. Del resto, «i dati Invalsi ci mostrano che questo continuo insistere sulla presenza aveva ragione e stiamo lavorando per questo» ha rimarcato in premessa il titolare del dicastero di Viale Trastevere, rispondendo al leghista Massimiliano Romeo.
Il disastro delle prove Invalsi: "bocciati" 70 studenti pugliesi su 100
Diretto il riferimento al “disastro” dei numeri forniti dal Rapporto Invalsi: in media due quattordicenni su cinque torneranno in classe con competenze da quinta elementare. E per i maturandi la formazione scolastica è ferma a un livello da terza media o prima superiore. Tutta colpa della Dad (Didattica a distanza)? Risposta affermativa. E lo dimostra il fatto che le due regioni che hanno registrato i risultati peggiori in assoluto sono quelle per le quali l’intero anno scolastico si è svolto appunto all’insegna della didattica a distanza. La Campania, certamente. Ma anche e soprattutto la Puglia dove più del 40% degli studenti di quinta superiore ha dimostrato gravi insufficienze in matematica. E in totale i bocciati alle prove Invalsi sfiorano il 70%. Ma non va meglio in italiano: la Puglia , infatti, la terza peggiore regione davanti solo a Calabria e Campania.
Classi in affitto e convenzioni per i trasporti: il piano del governo
Per Bianchi, dunque, ora è tempo di cambiare registro: l’obiettivo di riportare tutti gli studenti in classe non è più rinviabile. «E nel Decreto Sostegni bis le scuole avranno 350 milioni per misure di intervento per sicurezza ambienti specifici e 60 milioni per paritarie» annuncia il ministro.
Classi-pollaio e pochi bus: disagi in vista per gli studenti pugliesi
In Puglia, tuttavia, in vista del rientro a scuola di mezzo milione di studenti il prossimo 20 settembre restano numerosi i nodi da sciogliere. A partire dalla carenza di trasporti. «Al momento con la Puglia in zona bianca sui mezzi la capienza è dell’80%. Se la curva dei contagi dovesse tornare a salire, tuttavia, è prevedibile che si torni a viaggiare a capienza dimezzata. E senza il sistema degli ingressi scaglionati a scuola si potrebbero verificare disagi e disservizi» aveva lanciato l’allarme il presidente di Asstra (Associazione delle imprese private di trasporto) di Puglia a Basilicata Matteo Colamussi. Ma già lunedì l’assessore regionale ai Trasporti Antita Maurodinoia dovrebbe convocare un tavolo con le principali associazioni di trasporto pubblico. Al centro del confronto ci sono i 70 milioni di euro che lo Stato ha già destinato al rinnovo e all’implementazione delle flotte delle aziende pugliesi. Somma alla quale si aggiungono il 40% di investimenti dei quali le imprese pugliesi sono pronte a farsi carico per rinnovare il parco mezzi regionale con 430 nuovi bus. Si vedrà. Resta da definire, infine, la questione relativa alla disponibilità di immobili e spazi adeguati per garantire il rispetto del distanziamento anche in classe. «Senza più aule a disposizione le scuole non potranno garantire le lezioni in presenza al 100% degli studenti - insiste Roberto Romito, presidente regionale di Anp (Associazione nazionale presidi) - Si dovrebbe, dunque, tornare e prevedere la Ddi (Didattica digitale integrata)». Criticità che sarà affrontata lunedì in sede di tavolo tecnico convocato dall’assessore regionale alla Scuola Sebastiano Leo in accordo con l’Ufficio scolastico regionale. Ma sul tema della scuola in presenza torna a intervenire anche Luigi Nigri, presidente regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp): «La Dad penalizza il rapporto interpersonale tra docenti e studenti - approfondisce - Ma credo anche che la maggior parte dei professori non sia stata formata per lavorare in Dad. Da qui i risultati oggettivi delle prove Invalsi. Ripartire dalla didattica a distanza, dunque, non potrà che essere penalizzante. Il contatto umano, soprattutto per gli alunni più piccoli, è fondamentale. Lo stesso concetto, seppure il contesto sia differente, vale anche per gli adolescenti. Mi auguro, dunque, che almeno gli adolescenti siano vaccinati quanto prima». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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