Con il Reddito di cittadinanza, ma al lavoro per ripulire le strade, la storia di Paolo: «Non siamo fannulloni, così vivo con dignità»

Ha 43 anni e pulisce strade e piazze del suo paese, Cannole

Paolo Rubichi, beneficiario del Reddito che lavora grazie al Puc: «Così vivo con più dignità»
«Sono contento di questa opportunità. Lavorando ci sentiamo attivi nella società e facciamo del bene al nostro paese». Si dice soddisfatto, Paolo...

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«Sono contento di questa opportunità. Lavorando ci sentiamo attivi nella società e facciamo del bene al nostro paese». Si dice soddisfatto, Paolo Rubichi, 43enne percettore del reddito di cittadinanza, inserito dallo scorso anno nel progetto di utilità collettiva finalizzato alla manutenzione urbana e sfalcio del verde, attivato a Cannole, piccolo comune nel sud Salento.

Paolo, da percettore di reddito a lavoratore in un Puc del Comune, come è entrato a far parte del progetto?

«Oltre un anno fa ho fatto domanda tramite i servizi sociali del Comune per ottenere il sussidio. Purtroppo il nostro territorio, anche prima della pandemia, non offriva opportunità di lavoro stabili e durature, e mi sono ritrovato a lavorare saltuariamente. Dopo aver ottenuto il sussidio, ho richiesto io stesso di poter dare il mio contributo lavorativo perché mi piace essere impegnato e soprattutto non voglio che nessuno pensi che i percettori siano dei fannulloni che stanno a casa ad aspettare i soldi».

Quale attività svolge per il Comune?

«Mi sono sempre dato da fare con attività lavorative manuali e sono felice che il Comune ha voluto dar seguito alle mie attitudini. Lavoro due giorni a settimana, per 4 ore giornaliere (dalle 8 alle 12) e insieme ad altri percettori di reddito ci occupiamo della pulizia delle strade, delle piazze e dello sfalcio dell’erba nel cimitero comunale».

Come sono cambiate le giornate da quando ha iniziato questo lavoro?

«Ho la possibilità di svolgere una vita più dignitosa. Prima in molte situazioni ero costretto ad autoescludermi per via delle tante difficoltà, soprattutto economiche, derivanti dall’incertezza e dall’inadeguatezza delle remunerazioni per dei lavoretti che svolgevo occasionalmente. Con il Rdc riesco a pagare l’affitto e le utenze dell’abitazione in cui vivo e faccio la spesa per poter mangiare, senza dover gravare ancora sui miei genitori anziani».

Spesso si punta il dito contro i percettori etichettati come scansafatiche. Cosa ne pensa?

«Non è il mio caso. Ho scelto e chiesto di poter lavorare. L’impegno non deve venir meno e sbaglia chi si accontenta del contributo stando a casa. I puc sono delle opportunità per percettori e Comuni. E se mi proponessero di aumentare le ore di lavoro a disposizione della mia comunità sarei felice di accettare».

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Quotidiano Di Puglia