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Curva del contagio stabile in Puglia ormai da una settimana. Nelle ultime 24 ore sono stati 3.315 i nuovi casi di positività al Covid registrati a fronte di 25.782 tamponi processati. La percentuale di test positivi si attesta, dunque, al 12.8%. In calo il numero degli attualmente positivi: 80.908 quelli rilevati dal bollettino regionale odierno a fronte di 82.345 attauli positivi registrati nella giornata di ieri. (1.437 casi in meno).
Lecce la provincia più colpita
A livello territoriale, come già era accaduto nella giornata di ieri la provincia di Lecce si conferma quella con il maggior numero di positivi con 896 nuovi casi. Segue Bari con 861 positivi, la provincia di Foggia con 546 casi e Taranto con 411 positivi. Nel Brindisino i contagi rilevati nelle ultime 24 ore si attestano a 280 casi mentre nella Bat sono 270.
Vaccini, quarta dose dall'1 marzo
Quarta dose di vaccino anti covid anche per in Puglia. Saranno i soggetti fragili - soggetti trapiantati, dializzati e immunocompromessi che abbiano ricevuto la terza dose o dose addizionale anti-virus da almeno 120 giorni (quattro mesi) - a sottoporsi alla nuova vaccinazione che inizierà il 1 marzo.
Il richiamo ai pugliesi fragili
Dal primo marzo inizierà anche in Puglia la somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid ai soggetti fragili. A ricevere il richiamo, a distanza di almeno 120 giorni dall'ultima dose, potranno essere le persone che presentano condizioni di estrema vulnerabilità per marcata compromissione della risposta immunitaria. La circolare firmata dal direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, fornisce le indicazioni operative predisposte d'intesa con la cabina di regia regionale per la prosecuzione della campagna straordinaria di vaccinazione anti Covid. I Centri specialistici e i Nodi delle Rete di Patologia e della Rete Malattie Rare della Puglia assicureranno la chiamata attiva dei pazienti seguiti e la somministrazione della dose «booster».
Spetta ai medici di Medicina generale e i pediatri di libera scelta, invece, la somministrazione in favore degli assistiti in assistenza domiciliare o che non sono deambulanti. Le Asl, infine, devono predisporre gli accessi alla somministrazione senza prenotazione per tutti gli altri soggetti immunocompromessi.
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