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Il Consiglio regionale pugliese, durante la discussione del Bilancio di previsione 2023, ha votato a favore dell'emendamento presentato dal leghista Gianni De Blasi che, in caso di eventuali dimissioni del governatore Michele Emiliano prima della fine della legislatura, permetterà ai consiglieri regionali di restare in carica altri sette mesi, oltre al tempo necessario per indire le nuove consultazioni, quindi circa 10 mesi.
Il vicepresidente guiderà la Giunta. L'emendamento ha incassato 37 voti a favore, 9 contrari, tra questi il M5s, e due astenuti.
L'emendamento
Un via libera a denti stretti e con uno strappo tutto politico da ricucire. A tarda sera, il pallottoliere da tenere d'occhio non è più solo quello del Bilancio di fine anno di via Gentile: alle 22.30 la giostra degli emendamenti è ancora in funzione, ma a fare la differenza, sono i numeri di uno in particolare. È quello dell'opposizione per prolungare la consiliatura, in caso di dimissioni anticipate del governatore: consiglieri in carica per altri sette mesi, oltre al tempo necessario per indire le nuove consultazioni, con l'esecutivo guidato dal vicepresidente. Il governo si rimette all'Aula, spiega proprio Raffaele Piemontese. E così si vota. Al buio, con voto segreto, nonostante dai banchi della maggioranza siano in tanti a chiedere di scoprire le carte: 37 favorevoli su 46 votanti, nove contrari (e due astenuti). Tra questi, si dicono i pentastellati: «Abbiamo votato contro, non è accettabile che si passino i prossimi due anni a chiedersi se il presidente Emiliano si candiderà e chi sarà il suo successore. Non vogliamo in alcun modo stare in mezzo a giochi politici», si sfilano Cristian Casili, Marco Galante, Rosa Barone e Grazia Di Bari. «Sepolcri imbiancati, la scusa non richiesta è un'accusa manifesta», bolla senza mezzi termini Fabiano Amati, neo commissario di Azione.
In ballo, ci sono tutte le variabili delle prossime Regionali, dalla possibile discesa in campo di Michele Emiliano alle Europee al ruolo di Antonio Decaro, primo dei papabili per la successione.
L'epilogo lo sanciscono i numeri e la manovra, a quel punto, ha già una luce diversa: resta il contributo straordinario ai Consorzi di bonifica ma con un milione di euro in meno, rispetto ai dieci preventivati inizialmente, che servirà a finanziare un progetto di ricerca per la diagnosi precoce e la cura di 260 malattie rare su base genetica. Da Azione, avevano promesso le barricate: «Il Consiglio sceglie di continuare a finanziare i carrozzoni dei Consorzi ma almeno accoglie parzialmente la nostra proposta», spiegano, con la sponda della minoranza. «È arrivato il momento di rompere questo circolo vizioso, ponendo fine ai commissariamenti», aggiungono da La Puglia Domani. «L'ennesimo atto straordinario partorito da una maggioranza che governa la Puglia da 17 anni», rincarano da Fratelli d'Italia. E poi il versante sanitario: il grido d'allarme è del titolare della delega, Rocco Palese. Lo lancia dai banchi dell'esecutivo, tanto sul personale che manca quanto sullo stesso modello Maia che organizza i dipartimenti: «La Giunta prende provvedimenti che poi vengono bloccati da una sovrastruttura», si sfoga. Ok a un milione e mezzo di euro all'anno, per i prossimi tre, per sostenere la fecondazione assistita per le coppie pugliesi ma anche all'hub scienza della Vita. Vale quasi 39 milioni di euro, con fondo perduto da parte del Ministero per il 47% e il restante 53% a carico della Regione. Confermata la ricetta medica dematerializzata e i cinque milioni per i percorsi psicologici, in favore delle famiglie con componenti affetti da autismo così come passano gli stanziamenti per i lavoratori socialmente utili o quelli per i Carnevali storici. Altra storia. Quando il governatore arriva in aula e prende posto, il disco verde definitivo non è ancora accordato. Il dado, in compenso, è ugualmente tratto.
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