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Criminalità e incendi, la Puglia al terzo posto nazionale per “reati spia”. È ormai accertata la presenza della malavita dietro i roghi che flagellano le regioni italiane, in particolare in estate, con l’aumento delle temperature. Gli ultimi casi in Puglia, relativi al Gargano e al Salento, rientrano quasi certamente nel novero della casistica non accidentale, imputabile spesso alla volontà criminale di danneggiare la proprietà altrui o quelle demaniali. Gli incendi, sia dolosi che colposi, costituiscono un reato e la pena aumenta in caso di boschi o foreste. Se colposi, sono di norma dovuti a comportamenti irresponsabili e imprudenti come i mozziconi di sigaretta abbandonati e i roghi agricoli non controllati. Le azioni di matrice volontaria invece, hanno l’intento di arrecare un danno preciso.
Le cause delle fiamme
Per la Protezione civile sono due le possibili cause di episodi di natura dolosa, cioè le manifestazioni di protesta, i risentimenti e l’insensibilità verso il bosco da una parte e la ricerca di profitto dall’altra. Rientrano in quest’ultima categoria gli incendi scatenati per ampliare il terreno coltivabile, per speculazione edilizia e per bracconaggio. Non è raro che si scopra che a scatenare gli incendi sono proprio le persone incaricate di spegnerli, per alimentare il lavoro da svolgere.
I numeri
In un’analisi dettagliata relativa ai reati contro ambiente e paesaggio nel periodo 2006-2016, Istat ha rilevato inoltre che negli anni è aumentata la quota di incendi di natura dolosa rispetto a quelli di natura colposa.
Spesso gli incendi dolosi sono conseguenze di azioni criminali: particolarmente significativi, secondo quanto ricostruito dalla Banca d’Italia, sono i danneggiamenti seguiti da incendi che rientrano tra i “reati spia”, cioè possono indicare una presenza mafiosa sul territorio. In qualche modo suggeriscono una forma di controllo, oltre al semplice svolgimento di attività illecite. Con “danneggiamento seguito da incendio”, secondo il Codice penale, si intende l’atto di appiccare fuoco alla cosa propria o altrui con il solo scopo di danneggiarla, generando un incendio o il rischio di causarne uno. In questa speciale classifica riferita al 2021, in cui si esamina il numero di denunce per danneggiamento seguito da incendi, la Puglia è terza (134 denunce), dietro la Sicilia (244) e la Lombardia (195). Se però si esaminano i dati in rapporto con il numero di residenti, l’incidenza maggiore è in Calabria, con 5,27 denunce ogni 100mila abitanti. Seguono la Sicilia (5,05), la Sardegna (4,65) e la Puglia (3,41). A risultare maggiormente colpite sono le regioni meridionali, dove c’è storicamente una maggiore presenza di criminalità organizzata di stampo mafioso. I reati spia non sono ovviamente sempre riconducibili alla criminalità, ma sono spesso correlati alle loro attività e dunque utili per la ricostruzione del fenomeno degli incendi e dei singoli eventi. I dati, in ogni caso, si riferiscono al numero di segnalazioni relative alle persone denunciate dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria, per il reato di danneggiamento seguito da incendio e gli esiti derivano dall’attività operativa delle forze di polizia senza che venga seguito il successivo percorso giudiziario dei fatti segnalati.
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