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Tutto da rifare. Non c'è pace per il Psr Puglia: il Tar, con due ordinanze (sul ricorso presentato da una società cooperativa agricola e da una società agricola snc) emesse ieri, ha bocciato ancora una volta le procedure adottate dalla Regione nella compilazione delle graduatorie del Piano per lo sviluppo rurale attinenti all'Operazione 4.1A destinata al sostegno per gli investimenti materiali e immateriali finalizzati a migliorare la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole singole e associate. Con queste due nuove ordinanze si rimescolano le carte e tutto viene rimesso in discussione perché l'iter si blocca nuovamente, costringendo gli olivicoltori a un'attesa che oramai sta diventando insopportabile.
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Con ordine. La graduatoria della misura 4.1A era stata annullata dai giudici amministrativi con sentenza numero 762, depositata il 27 maggio scorso. Contro quel giudizio la Regione Puglia aveva presentato - nel mese di giugno - un ricorso incidentale, per chiedere al Tar se la graduatoria si dovesse intendere annullata interamente o solo per i ricorrenti. Su quel ricorso il Tribunale non si è ancora espresso, ma la Regione, nei giorni scorsi, senza attendere, appunto, l'esito dei giudici, ha pubblicato una nuova determina - dopo quella sospesa il 29 giugno in attesa del pronunciamento sul ricorso incidentale - con la quale ha fatto ripartire i termini per l'insediamento di circa 276 aziende.
Ieri il nuovo stop del Tar che, sul piano amministrativo, rende impossibile lo sblocco dei pagamenti annunciato invece dalla Regione nei giorni scorsi, con la determina che riapriva i termini per l'insediamento. «Ravvisata l'impossibilità di riqualificare l'incidente di esecuzione alla stregua di un'azione autonoma di chiarimenti, ex art. 112, comma 5 del c.p.a., stante la eccessiva difformità dell'atto proposto dal modello normativo processuale - scrivono i giudici - Ritenuto, pertanto, inammissibile il presente incidente di esecuzione, così come proposto dalla Regione Puglia, alla quale incombe l'onere di proporre autonomo ricorso per chiarimenti». In buona sostanza, la Regione ha sbagliato procedura, perché avrebbe dovuto proporre un ricorso autonomo e non un incidente di esecuzione. Ora, come si è detto, l'effetto di questo pronunciamento sarà un ulteriore blocco e ritardo nella pubblicazione delle graduatorie, con tutte le conseguenze annesse e connesse.
Le grane non finiscono qui. Dopo la polemica sollevata nei giorni scorsi dalla Coldiretti Puglia, il Dipartimento all'agricoltura regionale ha corretto anche il tiro sul bando da 40 milioni di euro per il ripristino degli olivi nel Salento. Secondo i coltivatori diretti il bando era stato pubblicato senza allegati e con «macroscopiche incongruenze sui criteri per l'assegnazione delle risorse». Ieri una nota della Regione per precisare gli aspetti esplicativi dell'avviso pubblico sugli aiuti.
«Sulla base delle richieste pervenute dal mondo agricolo, il Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia ha incontrato i rappresentanti degli agricoltori, del sistema cooperativo e del mondo dei liberi professionisti per illustrare in maniera più completa il funzionamento del recente avviso pubblico che finanzia il reimpianto degli olivi danneggiati da xylella» riporta il comunicato, ammettendo che «sono state individuate lievi modifiche e ulteriori chiarimenti da apportare all'avviso pubblico che saranno oggetto di uno specifico provvedimento da adottare nei prossimi giorni.
Quotidiano Di Puglia