Processo Fse, l'ex ad Fiorillo si difende in Aula: «Nessuna violazione»

Processo Fse, l'ex ad Fiorillo si difende in Aula: «Nessuna violazione»
«Tutte le attività erano necessarie secondo l’oggetto sociale di Fse. Ritengo non ci sia stato assolutamente alcun danno». Lo ha detto, rendendo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Tutte le attività erano necessarie secondo l’oggetto sociale di Fse. Ritengo non ci sia stato assolutamente alcun danno». Lo ha detto, rendendo dichiarazioni spontanee, Luigi Fiorillo, ex amministratore unico di Fse, nel processo che lo vede imputato per il crac da 230 milioni di euro della società di trasporti pugliese commissariata e poi acquistata da Ferrovie dello Stato, fra il 2011 e il 2015. Per Fiorillo la Procura di Bari ha chiesto una condanna a 12 anni. Oggi, nel giorno della discussione delle difese, l’ex amministratore unico di Fse ha preso la parola davanti  al giudice per escludere il suo coinvolgimento nella bancarotta e negli altri capi di imputazione: «In tutti gli interventi non ho mai violato il codice degli appalti che è stato applicato alla lettera. Anche per  il rup, dove la gara pubblica deve essere svolta se non hai competenze interne. Vero che avevo due assistenti all’ufficio investimenti ma avevo tutta la competenza amministrativa per farlo».

L'accusa

Secondo l’accusa, Fiorillo avrebbe proceduto a uno spolpamento della società “pur consapevole - come aveva dichiarato nella requisitoria il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi - dello stato di dissesto e mai operando nell’interesse dell’azienda”.  
12 anni di pena sono stati chiesti anche per l'avvocato romano Angelo Schiano, ritenuto dai pm “amministratore di fatto" dell'azienda, una sorta di “socio occulto. L'accusa ha chiesto, oltre alle condanne per altri undici imputati, sequestri per oltre mezzo miliardo.

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia