In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale e il conto pagato dall'agricoltura, soggetta ai cambiamenti climatici e alla...
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A rischio, secondo lo studio, è quasi il 21% del territorio italiano. La ragione principale dell'avanzata dei deserti è il riscaldamento globale. Ma poi contribuiscono lo sfruttamento intensivo del territorio, con l'abbattimento delle foreste e le monocolture, e l'inquinamento. La Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione è stata indetta nel 1995 dalle Nazioni Unite per ricordare l'adozione a Parigi il 17 giugno 1994 della Convenzione per la Lotta alla Desertificazione (Unccd). L'Italia ha aderito alla Convenzione non solo come paese donatore, ma anche come paese colpito.
Per Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, se non si interviene «l'aumento delle temperature entro la fine del secolo potrebbe arrivare a 5 gradi». E non siamo gli unici in Europa ad avere questo problema. L'Unccd ha dichiarato colpiti da desertificazione 13 Stati dell'Ue: oltre all'Italia, Bulgaria, Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia, Malta, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. Nel mondo, secondo la Convenzione, quasi 170 paesi sono interessati dal fenomeno. Il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, ha rivendicato ieri che il governo «nell'ultimo anno ha investito oltre 900 milioni per riammodernare il settore irriguo e per fronteggiare i problemi di siccità e carenza idrica». L'Unccd fa notare che nel Sahel, il Sahara meridionale, forse la zona del mondo più colpita dalla desertificazione, negli ultimi anni sono stati recuperati oltre 5 milioni di ettari di terra fertile, grazie a pratiche agricole di rigenerazione naturale. «La siccità - scrive Coldiretti in occasione della Giornata - è diventata l'evento avverso più rilevante per l'agricoltura, con i fenomeni estremi che hanno provocato in Italia danni pari a più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio». In Puglia - ricorda la Federazione - in soli 2 mesi sono stati registrati ben 25 episodi meteorologici straordinari tra tornado, trombe d'aria e grandinate improvvise, che si alternano a persistenti periodi siccitosi. Per l'Ispra in Italia si valuta che circa il 10% del territorio sia molto vulnerabile e circa il 49,2% abbia una media vulnerabilità ai diversi fattori di degrado a causa di erosione e disaggregazione, salinizzazione, contaminazione (locale e diffusa), diminuzione di sostanza organica, perdita di biodiversità, consumo di suolo, fatti aggravati negli ultimi anni dall'aumento quantitativo e qualitativo di fenomeni siccitosi e la Puglia rappresenta proprio una delle aree più vulnerabili, rileva Coldiretti Puglia.
«Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno di incrinare l'andamento del settore agricolo pugliese. L'andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia