Personale sanitario, in Puglia ancora non sono stati vaccinati 20mila fra medici, infermieri e oss

Personale sanitario, in Puglia ancora non sono stati vaccinati 20mila fra medici, infermieri e oss
Da una parte c'è il decreto del governo che a partire dal 7 aprile ha imposto l'obbligo di vaccinazione anti-Covid a carico di tutti gli operatori sanitari al...

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Da una parte c'è il decreto del governo che a partire dal 7 aprile ha imposto l'obbligo di vaccinazione anti-Covid a carico di tutti gli operatori sanitari al lavoro in ospedali, cliniche private e case di risposo. Pena lo spostamento ad altre mansioni e la sospensione dello stipendio nei casi in cui il trasferimento non sia possibile. Dall'altra in Puglia c'è la legge regionale approvata a febbraio che impone lo stesso obbligo di vaccinazione e prevede procedimenti disciplinari e sanzioni da 500 a 5mila euro a carico degli operatori sanitari che rifiutano di sottoporsi alla somministrazione. E nel mezzo in tutta la regione ci sono circa 20mila operatori sanitari medici, infermieri e oss ancora fuori dagli elenchi del personale vaccinato delle Asl. A certificarlo è il report settimanale sulle vaccinazioni elaborato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dal commissario straordinario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. I dati sono aggiornati a sabato 10 aprile.

 

I dati del governo

 

Secondo la tabella del governo a fronte di 140mila operatori sanitari pugliesi, a ricevere la prima dose di vaccino sono state 119.457 unità (l'85.33% di medici, infermieri e oss). All'appello delle liste dei vaccinati mancano, dunque, 20.543 operatori sanitari in tutta la regione. Numeri e percentuali che ancora una volta fanno scivolare la Puglia agli ultimi posti della classifica nazionale per le performance relative alla campagna vaccinale: terzultima in valore assoluto. Va detto, rispetto al precedente report diffuso a fine marzo che contava 30mila sanitari non vaccinati in Puglia, sono circa 10mila i medici, gli infermieri e gli oss che in due settimane hanno cambiato idea mettendo da parte dubbi e perplessità sui vaccini e rispondendo presente alla chiamata delle Asl. Un cambio di rotta indotto con buona probabilità dalla doppia stretta: quella del governo e quella della Regione e delle Aziende sanitarie pugliesi.

 

Il dietrofront


Anzi. Già prima che l'Esecutivo del premier Mario Draghi introducesse a inizio aprile l'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario - pena la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio - il primo giro di vite contro i sanitari no vax era arrivato proprio dal Consiglio regionale e dalla Asl pugliesi. Sulla scorta della legge regionale che ha introdotto l'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, già nelle scorse settimane le Aziende sanitarie avevano puntato i riflettori su quanti ancora mancavano all'appello delle liste vaccinali. E se a Taranto a fine marzo il direttore generale Stefano Rossi aveva convocato per una verifica 48 tra medici, infermieri e operatori al lavoro nei reparti dell'ospedale Moscati, a Lecce il numero uno della Asl Rodolfo Rollo aveva inviato circa 200 lettere di diffida al personale impiegato negli ospedali salentini e nelle strutture pubbliche. A Brindisi, ancora, il direttore generale Giuseppe Pasqualone nelle scorse settimane aveva avviato procedimenti disciplinari a carico di quattro infermieri no-vax. Accertamenti ancora in corso invece su altri 260 dipendenti della stessa Asl, dei quali 34 medici, 83 infermieri, 14 operatori socio sanitari. Sotto i riflettori anche 11 fra medici di base e pediatri e 6 specialisti convenzionati. Non basta.

 

Il pressing


Lo scorso lunedì, poi, il dipartimento Salute della Regione Puglia ha chiesto ufficialmente alle Asl e agli Ordini professionali di medici, infermieri e farmacisti, di trasmettere le liste degli operatori sanitari e socio-sanitari per poter effettuare i controlli incrociati e risalire a chi ha rifiutato di vaccinarsi. Pressing che in Puglia - stando ai dato del governo - non è bastato a convincere 20mila operatori a fare un passo indietro.
E sulla questione torna a intervenire il consigliere regionale del Pd Fabiano Amati - «Spero che si tratti di mancata trasmissione dei dati - ha detto nelle scorse ore il promotore della legge regionale sull'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari in Puglia - Domani


(oggi, ndr) verificherò con puntualità. Se si trattasse di un dato confermato dovremmo irrogare sanzioni pecuniarie per oltre 100 milioni di euro in base alla legge regionale. E destituire i Direttori generali delle Asl che non riescono a far rispettare due leggi, una regionale e l'altra statale, dalle cui violazioni derivano contagi ad alto potenziale mortale». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia