Legge di bilancio, caos dopo il blitz anti-Decaro: «Non si decide un destino con un emendamento»

Con le prossime regionali i consiglieri diventeranno 40

Legge di bilancio, caos dopo il blitz anti-Decaro: «Non si decide un destino con un emendamento»
«Non è con un emendamento alla legge di bilancio che si decide il futuro di una persona: saranno i pugliesi a deciderlo». Francesco Paolicelli, consigliere...

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«Non è con un emendamento alla legge di bilancio che si decide il futuro di una persona: saranno i pugliesi a deciderlo». Francesco Paolicelli, consigliere regionale del Pd, già capo di gabinetto del sindaco di Bari Antonio Decaro, va dritto al punto. L'emendamento allunga mandato approvato mercoledì scorso dal Consiglio regionale con voto segreto non basterà a frenare la corsa del numero uno di Anci alla presidenza della Regione. È stato invece più che sufficiente a squadernare vecchie e nuove fratture nel Pd, che ha votato in ordine sparso la norma presentata dalla Lega.

«Una norma antidemocratica» la definisce Paolicelli. «Mai la presidente Capone avrebbe dovuto ammetterla alla discussione», anche perché ora le possibilità che l'Avvocatura dello Stato ne eccepisca l'incostituzionalità per conto del Governo sono elevatissime: «L'emendamento vìola l'articolo 126 della Costituzione, che prevede che senza un presidente il Consiglio venga sciolto». La manovra politica - che in un tweet Carlo Calenda di Azione ha definito «una vergogna» - ha un esecutore, il centrodestra che con la Lega ha depositato l'emendamento, e un mandante, che alcuni consiglieri - tanto di maggioranza che di opposizione - individuano in Michele Emiliano. Nel 2024 si voterà, infatti, per le Comunali di Bari e per le Europee. Qualora il governatore si candidasse all'Europarlamento possibile election day a maggio o a ottobre , con l'emendamento allunga mandato il Consiglio regionale resterebbe in carica dai sei ai 12 mesi in più, così costringendo Decaro a rimanere in panchina per un anno, fino al 2025. Cui prodest? A chi giova?

Le reazioni

Per la Puglia in più, il movimento di riferimento dell'ex senatore dem Dario Stefàno, gioverebbe a Emiliano che, in questo modo, si garantirebbe «il galleggiamento politico» e il mantenimento «di un sistema concentrato solo sulla gestione del potere e delle poltrone». I voti contrari sono stati soltanto nove. Fra questi, anche il capogruppo dem Filippo Caracciolo: «Ho votato contro, certo, ma ormai qualsiasi cosa si faccia la si enfatizza per dire se è a favore di Emiliano o di Decaro». E il dualismo fra i due pesi massimi della pattuglia dem è servito. Non a caso Caracciolo si affretta ad aggiungere: «Sono entrambi ottimi amministratori, saranno in grado di governare insieme i processi che ci accompagneranno fino alle prossime tornate elettorali. Loro due sono la nostra cassaforte». Ma nel Pd ciascuno sta giocando la sua partita: «Non posso garantire per tutto il gruppo» chiude Caracciolo, mentre il dem Metallo si dice indignato: «Stendiamo un velo pietoso».

Nuove linee di faglia all'interno di un partito che perde terreno e unità su ogni fronte, dall'Europa alla Puglia. Il segretario regionale Marco Lacarra definisce l'accaduto «molto grave. Se nel Pd qualcuno pensa che si possa essere credibili dopo atti del genere, sono ben contento che a breve non ricoprirò più la carica di segretario. Allucinante - prosegue il parlamentare - che parte della maggioranza abbia sostenuto questo emendamento dell'opposizione e assurdo che chi rappresenta i cittadini resti concentrato sui propri destini personali persino in tempi difficili come questi. Il momento di giocare è finito da un pezzo». Del resto, da qualunque prospettiva lo si guardi, il blitz sull'emendamento allunga mandato restituisce un quadro facilmente attaccabile. Stiracchiare la consiliatura e avere più tempo per definire gli equilibri di potere delle prossime Regionali, ma anche per consentire ai consiglieri di incassare circa 96mila euro in più a testa restando in sella fino al 2025. Tanto più che, in virtù della legge 148 del 2011 contenente alcune norme di spending review, i consiglieri da eleggere alle prossime Regionali saranno 40 e non più 50, avendo ormai la Puglia meno di 4 milioni di abitanti. Insomma a trarre giovamento dall'emendamento contestato sono in tanti, non soltanto Emiliano, pure intento a costruire un futuro politico lontano ma non troppo dalla sua Regione e dall'ombra ingombrante del suo possibile successore.

L'emendamento del centrodestra

Per il centrodestra firmatario di una nota unitaria l'emendamento presentato dal leghista Gianfranco De Blasi aveva lo scopo di disinnescare «gli intrighi di Palazzo, gli accordi elettorali al tavolino di un bar e la spartizione di poltrone, la gestione del potere in modo spregiudicato e pregiudizievole». Insomma l'obiettivo sarebbe stato quello di garantire la stabilità dell'istituzione regionale anche qualora Emiliano scegliesse di volare a Bruxelles. «Siamo pronti ad andare a votare anche domani mandando a casa Emiliano, ma non abbiamo i numeri per farlo. Se qualcuno della maggioranza vuole darci una mano sa dove trovarci». Il riferimento è ai 37 voti a favore ottenuti sull'emendamento, fra i quali conti alla mano ci sono certamente quelli di alcuni consiglieri del Pd, delle civiche di Emiliano e, secondo i bene informati, anche il voto di alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle.

Da parte dei pentastellati non c'è stato alcun intervento pubblico in Consiglio per prendere le distanze dalla norma gli unici a dirsi apertamente contrari sono stati Metallo e Paolicelli del Pd, Fabiano Amati di Azione e Antonio Tutolo del Misto ma hanno annunciato il loro no in una nota, al termine della votazione. Tant'è. Tranchant il giudizio di Azione: «Fuori dal Consiglio si penserà che abbiamo agito per non perdere un anno di stipendio. Perché dovremmo perdere questa credibilità? Per fare un favore a Emiliano? Per mettere uno sgambetto a Decaro? E che razza di opposizione è quella che invece di pretendere elezioni al più presto in caso di dimissioni del presidente, preferisce ritardarle? Cosa nasconde questo gesto illogico e innaturale?». Linea, questa, condivisa anche dal compagno di partito Massimiliano Stellato: «Emendamento inopportuno nel metodo e nel merito».

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Quotidiano Di Puglia