Quest'altalena di "sì", "no", "forse", "chissà", di imposture e tatticismi, di burocrazie, carte bollate e diffide...
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Un gioco pericoloso, molto. La storia di un ulivo, un solo ulivo, è istruttiva, oltre che emblematica di molte cose raccontate in questi anni. Una storia ben ricostruita dalle carte dell'Osservatorio, che non esita a definire la situazione come «incresciosa». La sintesi è tutta nella lettera indirizzata un mese fa a ministero, assessorato, governatore, dipartimento agricoltura e Arif: tra Cisternino, Ostuni e Ceglie vengono individuate 19 piante infette da abbattere. L'atto il 3 febbraio viene notificato allora anche al proprietario dell'oliveto a Cisternino: entro 15 giorni bisogna procedere all'estirpazione dell'albero infetto e delle piante ospiti in un raggio di 100 metri. No problem: il 27 marzo il proprietario si rende disponibile all'estirpazione. Dopo un primo rinvio causa maltempo, lo scenario si ribalta: ad aprile il proprietario fa sapere ai microfoni tv di volersi opporre agli abbattimenti, poi contesta formalmente la nota dell'Osservatorio e rimanda ulteriormente l'estirpazione. Eppure, nel frattempo l'Ue rende più indolore il taglio: revisionata la mappa, Cisternino ricade ora nella zona infetta (e non più nella cuscinetto), ergo bisogna abbattere soltanto il singolo albero.
Siamo a luglio, l'Osservatorio fitosanitario ci riprova: nuova notifica e obbligo a ottemperare entro sette giorni, altrimenti sarà estirpazione coatta a cura dell'Arif. Il 12 ottobre proprio l'Arif comunica di aver «sentito informalmente» il proprietario, che «ha manifestato l'intendimento di abbattere volontariamente». Insomma: tutto risolto. E invece no, l'ispettore fitosanitario prova a più riprese (e senza esito) a contattare il proprietario, ci riesce solo il 22 ottobre ed ecco la nuova piroetta: il cistranese non vuol più eradicare. Non solo, fa anche sapere di aver ceduto in comodato d'uso gratuito al senatore Ciampolillo il terreno di sua proprietà. «Un ulteriore ritardo nell'estirpazione - ammonisce l'Osservatorio - potrà provocare una maggiore diffusione della batteriosi nel territorio del Comune e oltre». Osservatorio che s'è pure affrettato a far sapere, in questo infinito carteggio, che «il comodato d'uso gratuito non influisce in alcun modo nella prescrizione di abbattimento che è sempre rivolta al proprietario». E invece Ciampolillo passa al contrattacco e per due volte scrive alla Regione intimando «con formale diffida di cessare ogni azione, condotta o attività relativa agli alberi insistenti nel predetto terreno, ribadendo di non autorizzare qualsivoglia genere di accesso», altrimenti «si provvederà immediatamente a sporgere formale denuncia alla Procura».
Sempre l'Osservatorio in una successiva comunicazione spiega tuttavia che dalle norme europee, nazionali e regionali «si evince l'obbligo della Regione di accedere ai terreni privati». Agitando, anche l'Osservatorio, l'arma della giustizia penale: l'informativa del 4 dicembre scorso - si legge - è stata «formalizzata alla Procura di Brindisi» «a tutela dei possibili danni che l'ambiente, il paesaggio e il patrimonio olivicolo possono subire per effetto della mancata applicazione delle misure fitosanitarie di estirpazione», e resta così in capo al proprietario e al comodatario (Ciampolillo) «la responsabilità per l'eventuale ulteriore diffusione del batterio anche nei territori circostanti per effetto dei ritardi». Dalla Regione chiedono peraltro al ministero di «tenere conto della vicenda perché possa essere informata la Commissione europea in rapporto alla procedura d'infrazione». Tradotto: un ulivo, un solo ulivo può compromettere pure la valutazione dell'Ue. L'ultimo tassello è sempre dell'Osservatorio: l'altroieri ha ribadito che l'Arif dovrà abbattere coattivamente «entro il 18 dicembre».
Scrisse Kafka: «Le decisioni burocratiche sono timide come le ragazzine». Anche un albero, un solo albero, può inceppare tutto. E favorire il contagio. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia