Italia Viva correrà alle prossime regionali di settembre in tutte e sei le Regioni: da soli in Veneto e Puglia

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«Finalmente conteranno i voti e non i sondaggi». Quando...

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«Finalmente conteranno i voti e non i sondaggi». Quando ancora nessuno sa quando si terranno le prossime amministrative, Matteo Renzi rompe gli indugi e ufficializza che Italia Viva correrà alle prossime regionali, probabilmente di settembre, in tutte e sei le regioni: Toscana, Campania, Puglia, Liguria, Marche, Veneto. Ma nel giorno in cui la Camera approva definitivamente il dl scuola, proprio l'agibilità scolastica, come sede dei seggi, incombe sull'intero dibattito attorno alla data del voto. Lunedì la Camera riprenderà i suoi lavori per trovare una soluzione sull'annosa questione dell'election day, cercando una mediazione tra maggioranza, opposizione, e anche regioni. E alla fine il voto sulle Regionali potrebbe anche essere anticipato dal 20 settembre - come era stato ipotizzato - al 13. Sull'intero confronto pesa l'allarme lanciato dalla viceministro della scuola, Anna Ascani (Pd) «Ferme restando la sovranità del Parlamento e le prerogative delle Regioni - avverte - sono convinta che non possiamo permetterci di aprire le scuole per poi doverle richiudere poco dopo, in quanto sede di seggi elettorali. E la scuola va aperta a settembre. Credo sia un elemento di cui tenere conto nel dibattito dei prossimi giorni». Preoccupazione rilanciata anche dal governatore emiliano, Stefano Bonaccini, che chiede di votare entro la prima metà di settembre, altrimenti «il rischio sarebbe quello di riprendere la scuola in ottobre». «Se ci fosse chiesta una data unica per ripartire - aggiunge - sarebbe un problema serio perché anche una regione che non va al voto rischierebbe di trovarsi a settembre impossibilitata ad aprire». Nel frattempo la tensione resta alta tra i partiti di maggioranza e tra quelli dell'opposizione. Malgrado gli sforzi, è ormai tramontata l'idea, di un'alleanza organica tra Movimento e Dem per le Regionali. I due partiti potrebbero correre assieme solo in Liguria dopo che, in Campania, la ricandidatura di Vincenzo De Luca - blindata dall'exploit anche mediatico del governatore durante l'emergenza Covid - ha frantumato l'ipotesi di un'alleanza Pd-M5S-Sinistra sul nome di Sergio Costa. La settimana prossima sulla piattaforma Rousseau si voterà il candidato pentastellato e torna ad essere super-favorita la dimaiana Valeria Ciarambino. Fortissimi dissapori anche all'interno del centrodestra. Al centro dello scontro soprattutto le candidature in Puglia e in Campania, sulla carta, assegnate la prima a Fdi, nella persona di Raffaele Fitto, la seconda a Forza Italia, con Stefano Caldoro. Secondo la Lega, i due nomi, non rappresentano quel segnale di discontinuità politico necessario a battere, rispettivamente, Emiliano e De Luca. Proprio il segretario leghista, ieri ha ripreso il suo eterno tour elettorale passando da Napoli. Lunedì è in programma un vertice per trovare un'intesa definitiva, ma le distanze al momento rimangono: sia Fratelli d'Italia, sia il partito azzurro, non intendono mollare di un centimetro. Proprio FdI, in maniera informale, ricorda alla Lega che quei patti non si cambiano, a maggior ragione ora che i sondaggi sembrano far registrare una flessione del partito di Salvini e un ascesa di quello di Meloni. (
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Quotidiano Di Puglia