Terrorismo, il questore De Iesu: «Nessuna città ormai è sicura»

Il questore Antonio De Iesu
BARI - «Sono pronto a scommettere che le coste salentine e pugliesi non rivivranno itragici giorni dei primi anni Novanta. Il tanto temuto esodo di immigrati...

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BARI - «Sono pronto a scommettere che le coste salentine e pugliesi non rivivranno itragici giorni dei primi anni Novanta. Il tanto temuto esodo di immigrati dall’Albania o dalla Grecia non ci sarà e vi spiego il perché». Antonio De Iesu da circa 48 ore è a capo della questura di Milano, dopo aver guidato per circa un anno e mezzo la polizia di Bari. È un uomo del Sud, 60 anni, napoletano, ma soprattutto è uno “sbirro”, nell’accezione positiva del termine, così come ama definire se stesso. «La strada, per me esiste solo il lavoro in strada e l’olio di gomito», dice. 

La sua promozione è stata improvvisa, un trasferimento lampo. Dopo tanti anni al servizio del Sud, come si sta preparando a questa nuova esperienza?
«Effettivamente è stata una cosa scioccante, inaspettata ma molto stimolante. Un bello scossone che sto ancora metabolizzando, ma quì a Milano ho già percepito empaticamente una grande disponibilità. Non posso che essere orgoglioso che l’Amministrazione mi abbia scelto per questo incarico e mi ritengo privilegiato di succedere a Luigi Savina. Rispetto a Bari e alle precedenti esperienze non cambierà il mio approccio: con i miei uomini sarò sul pezzo 24 al giorno per garantire il massimo livello di sicurezza. Milano è una città diversa da quelle del Sud, però ritengono di avere l'esperienza per interpretare i bisogni della collettività. Esiste il lavoro di ogni giorno, in cui credo, l'olio di gomito».
 È stato chiamato ad un altro importante compito in un momento delicato: il terrorismo islamico ha colpito il cuore dell’Europa, anche a Bari sono in corso inchieste delicate, come dimostrano i recenti arresti di tre iracheni.
«Sulle indagini non posso parlare, ma è chiaro che in questo momento storico nessuna città si può dire sicura, così come nessun Paese è esente dai rischi. Il pericolo terrorismo è latente ma presente ovunque, però non bisogna enfatizzarlo. Il livello di allerta in Puglia e nel resto d’Italia è altissimo, il massimo grado. Questo già dice tutto. La nostra guardia è altrettanto alta». 

Spesso, al rischio terrorismo viene legato un altro possibile problema: la gestione dell’immigrazione.
«Su questo argomento ho un’idea ben precisa, credo che il problema sia stato esaltato dai media».

È stato lo stesso ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ad ammettere, dopo una riunione in prefettura a Bari, che potrebbe riaprirsi la rotta Adriatica e che dall’Albania o dalla Grecia potrebbero giungere in Puglia i migranti bloccati dai muri eretti nei Balcani e dall’Austria.
«Che siano stati colti dei segnali in questa direzione è indubbio, però ho letto di 150mila persone pronte a raggiungere la Puglia. Secondo me è altamente improbabile, se non impossibile, che ciò avvenga».

Perché?
«Rispetto ai primi anni Novanta, in Albania come in Grecia ci sono governi stabili con i quali si sta affrontando la problematica. Grecia e Albania hanno le loro capitanerie perfettamente funzionanti ed efficienti, noi abbiamo mandato i nostri poliziotti lì, insomma c’è una stretta collaborazione. I controlli sono serrati, la nostra costa è pattugliata notte e giorno, per spostare 150mila persone ci vogliono navi, non gommoni, e mi sembra impossibile che possano partire e arrivare indisturbate. Certo, potrebbero esserci casi sporadici di piccole imbarcazioni che tenteranno di arrivare in Salento, ma dubito che ci sarà un esodo di massa così come è stato scritto. Diversa è la situazione in Libia, lì non c’è un governo stabile e la situazione è molto in bilico e senza controlli tutto è possibile». 

Dopo un anno e mezzo che Bari ha lasciato?
«Una città che ha i suoi problemi, ma che sa reagire. A Bari c’è una grande sinergia istituzionale e mi resterà davvero nel cuore».

E del resto della Puglia?

«Ecco, il mio rimpianto e non essere riuscito a godermi questa regione meravigliosa. Avrei voluto, ad esempio, visitare meglio e di più il Salento, ma il tempo è stato poco. La Puglia è una terra straordinaria, ha i suoi problemi ma è fatta di gente coraggiosa». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia