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Si andrà ad evidenza pubblica. Le tanto temute gare per le concessioni balneari ormai non sono più un'ipotesi. Il Consiglio di Stato è stato chiaro: proroga delle concessioni balneari solo fino al dicembre 2023, senza possibilità ulteriori, neanche per via legislativa. I permessi in essere, in mancanza di una riforma, cesseranno di avere validità e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza. Come da decisione dell'Unione Europea.
Una doccia fredda è arrivata su tutto il comparto turistico: oltre 500 le imprese balneari in Puglia che, da ieri sera, sono in totale confusione. E pronte anche a dichiarare battaglia.
Capacchione (Sib Confcommercio), Capacchione: «Sentenza sconcertante»
«Una sentenza prima ancora che sconvolgente, sconcertante» la definisce Antonio Capacchione del Sib Confcommercio Puglia rinviando ogni approfondimento ad una analisi più accurata del verdetto del Consiglio di Stato. Per il presidente di Sib, i giudici di Palazzo Spada hanno gettato all'aria principi giuridici consolidati e orientamenti giurisprudenziali affermati da Corte Costituzionale e Consigli europei. «Ma osservo la contraddittorietà - aggiunge - tra la negazione di una proroga generalizzata e automatica concessa dal legislatore e dalla pubblica amministrazione e l'affermazione, nel contempo, di una proroga automatica e generalizzata fissata dal CdS». «È sconcertante - ripete Capacchione - perché il Consiglio di Stato si sostituisce al legislatore e alla Pa in maniera arbitraria e ritiene che sia congrua una proroga automatica e generalizzata di due anni, valida per tutti».
Cna Balneari, Mancarella: «Intero settore a rischio paralisi per anni»
Sulla stessa linea anche Giuseppe Mancarella della Cna Balneari che attribuisce la colpa alla politica «che non ha legiferato fino a questo momento» come invece è accaduto in altri Stati: Spagna, Portogallo, Francia. «Noi siamo anche pronti ad andare alla liberalizzazione - dice - ma con delle linee guida, altrimenti non potremo tenere testa a multinazionali e malavita», soprattutto se a Roma si decidesse di aumentare il prezzo del canone concessorio.
Adesso, dunque, non resta che aspettare che si esprima il Governo e stabilisca le linee guida per consentire al comparto italiano di difendere le proprie imprese in sede di evidenza pubblica. Ma resta un timore: «Ho paura che l'intero comparto dopo il 2023 si fermerà per anni - dice Mancarella -: tante famiglie pugliesi sono già pronte alle barricate pur di non farsi cacciare dalle proprie imprese».
Fiba Confesercenti, Santorsola: «Ora nero su bianco le regole per l'asta»
Che si debbano ormai affrontare le gare e dare attuazione al diritto di concorrenza, lo dà per acquisito anche Fabrizio Santorsola, Fiba Confesercenti Puglia. Ma ora è necessario «scrivere nero su bianco le regole per partecipare all'asta». Per questa ragion, da mesi, Fiba sta chiedendo un incontro tra governo e sigle sindacali più rappresentative. Tutte e in maniera unitaria con l'obiettivo di suggerire anche delle norme: premialità per le imprese che hanno investito, il non innalzamento «del canone concessiorio che aprirebbe, in questo modo, le gare a multinazionali, grossi investitori e malavita», e la valutazione dell'indennizzo commerciale in caso di perdita dell'attività, per citarne alcune. «Ormai non possiamo sfilarci da tutto questo: abbiamo due anni di tempo per prepararci alle gare trovandoci in regola e difendendo le nostre imprese. Sono sicuro - ha aggiunto - che in questo modo potremmo tenerci i nostri stabilimenti».
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Quotidiano Di Puglia