Sul fronte delle grandi opere non c'è feeling tra Movimento 5 Stelle e Lega. Il Governo appare combattuto tra le esigenze di tener fede alle promesse elettorali e le...
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Se già nei mesi scorsi diversi esponenti del M5S avevano spiegato che, in presenza di penali onerosissime, non si sarebbe potuto ordinare lo stop improvviso all'opera, adesso le posizioni nell'esecutivo appaiono più chiare. A spiegarlo è il ministro per il Sud Barbara Lezzi, nel corso del programma radiofonico di Radio Capital Circo Massimo, di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto. Dopo aver ribadito che «per me non è un'opera strategica», il ministro Lezzi spiega: «So che i lavori si stanno avvicinando, ma si sta avvicinando anche la decisione presa con l'altra parte». Ovvero la Lega, alleata di governo del Movimento 5 Stelle, che è per il sì al gasdotto. «Altrimenti avremmo già agito». Dunque un braccio di ferro che ha portato, evidentemente, a far prevalere l'alleato leghista. Lezzi si affretta però a spiegare: «Non è una questione di battaglia tra noi e loro. Anche qui, noi facciamo valutazioni molto oggettive, e chi non deve pagare è il cittadino, per quanto ci riguarda».
Proprio sul gasdotto della Trans Adriatic Pipeline si è consumata la frattura più profonda tra il Movimento 5 Stelle e il proprio elettorato salentino. In più occasioni gli esponenti grillini avevano spiegato che, una volta al governo, avrebbero bloccato l'opera. Alessandro Di Battista si spinse a dire che questo sarebbe avvenuto in quindici giorni. Ora, invece, si trovano a fare i conti con alleati di governo che, evidentemente, hanno progetti diversi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia