L'intervista all'epidemiologa Lucia Bisceglia: «Nel Salento balzo degli infetti del 40%. Avanti con la quarta dose di vaccino»

L'intervista all'epidemiologa Lucia Bisceglia: «Nel Salento balzo degli infetti del 40%. Avanti con la quarta dose di vaccino»
Lucia Bisceglia, dirigente dell'Agenzia regionale per la salute e presidente dell'Associazione italiana epidemiologi, perché tanti morti in Puglia? Dal 1°...

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Lucia Bisceglia, dirigente dell'Agenzia regionale per la salute e presidente dell'Associazione italiana epidemiologi, perché tanti morti in Puglia? Dal 1° gennaio a oggi, dunque in meno di tre mesi, circa mille decessi.


«Per la verità la mortalità complessiva Covid nella nostra regione è più bassa della media nazionale (2 casi ogni 1.000 abitanti contro 2,7 in Italia): gli ultimi tre mesi sono stati caratterizzati da un'ondata di contagi senza precedenti. Nel solo mese di gennaio 2022 abbiamo contato tanti casi positivi quanti ne abbiamo diagnosticati da marzo 2020 a dicembre 2021. I decessi dal primo gennaio a oggi sono stati purtroppo tanti, 863. Se confrontiamo il numero della Puglia con quello di altre regioni con popolazione paragonabile, vediamo che in Emilia Romagna, nello stesso periodo i decessi sono stati 1.907, 1.739 in Toscana, 1.633 in Veneto. Grazie agli elevati livelli di copertura vaccinale, la letalità (cioè il numero di deceduti rispetto ai contagiati) è scesa tantissimo, ma quando i casi sono così tanti, anche percentuali piccole di letalità comportano un numero assoluto di decessi importante. Questo è il motivo per cui è comunque decisivo contenere la circolazione virale».
I contagi dilagano, in particolare in alcune province. Ci spiega che cosa sta accadendo?
«La risalita della curva pandemica sta interessando molte aree del mondo, tutti i Paesi europei e anche l'Italia. Per quanto riguarda il nostro Paese, la falsa sensazione che la pandemia fosse superata ha determinato un abbassamento delle cautele, ma in un momento in cui, a causa della stagione fredda, il rischio di esposizione, dovuto a contatti interpersonali in ambienti chiusi, è ancora alto. Omicron ha cambiato molte regole del gioco, per le caratteristiche di diffusività, per la capacità di reinfettare persone già contagiate in passato e di sfuggire alle difese immunitarie dei vaccini. Paesi che avevano avuto un bassissimo numero di contagi stanno registrando picchi di casi importanti. In questo momento noi abbiamo una crescita intorno al 40% su base settimanale, che sta interessando in particolare le province che avevano sin qui registrato meno contagi, come la provincia di Lecce che, per la verità, ha anche i più alti livelli di accertamento diagnostico».
Tornano a salire anche i contagi fra i bambini, perché?
«Dalla seconda ondata in poi, abbiamo sempre verificato che la circolazione virale interessa prima le fasce di età pediatriche per poi estendersi al resto della popolazione: in parte è dovuto alla difficoltà di far rispettare le misure di prevenzione ai più piccoli; in parte si tratta delle classi di età meno coperte con la vaccinazione. La Puglia, che sulla fascia di età 5-11 anni ha da sempre la migliore performance italiana, ha raggiunto una copertura del 51%, che è del 16% superiore alla media nazionale, ma è comunque solo la metà della platea vaccinabile».
Dal 31 marzo, quando si concluderà la fase di emergenza sanitaria, ci sarà un allentamento delle regole anche a scuola. Cosa suggerisce ai genitori che ci leggono? Quali cautele utilizzare?
«Le misure di prevenzione e protezione sono ben note, quello che dobbiamo fare è non dimenticarci di applicarle, dando per scontato che il virus sia debellato. Non è così, dobbiamo continuare a usare le mascherine al chiuso, ad evitare affollamenti, a ventilare gli ambienti. E, soprattutto, vaccinarsi secondo le indicazioni delle autorità competenti».
Nuove varianti Omicron. Ci sono anche in Puglia? Stanno circolando? Sono responsabili dell'impennata?
«L'ultima flash survey coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità ci ha consegnato un dato di prevalenza della B.2 al 3 marzo pari al 42% dei tamponi analizzati. La professoressa Chironna, coordinatrice della Rete dei Laboratori Sars-CoV-2, stima che sia oggi intorno al 60% dei casi. È una variante che sembra avere caratteristiche di diffusività ancora superiori rispetto alla precedente e di sicuro sta giocando un ruolo nell'aumento dei casi».
Quarta dose: a che punto siamo? I fragili sono protetti da questa recrudescenza pandemica?

«La Puglia ha messo in piedi un sistema particolarmente efficiente per la vaccinazione dei soggetti fragili, attraverso le reti cliniche che li hanno in carico, i medici di medicina generale e, come per ogni funzione di sanità pubblica, i Dipartimenti di Prevenzione: l'invito è di andare a fare la quarta dose, che è indicata in questi soggetti per la protezione delle conseguenze severe della malattia. Ma tutti devono fare la propria parte per proteggere i fragili, impedendo che la circolazione virale salga in modo incontrollato, attraverso comportamenti responsabili».
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Quotidiano Di Puglia