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L'iter per le autorizzazioni si metterà in moto a breve, il confronto con il territorio è avviato da tempo, a fari spenti e con la cautela imposta dalla portata del progetto. I numeri, innanzitutto: circa 80 torri di eolico off shore galleggianti, a una distanza tra 9 e 22 chilometri dalla costa al largo di Brindisi, capacità installata di 1,2 Gw, produzione annua pari a 3,5 Tw/ora (pari al consumo di un milione di utenze domestiche italiane). La proposta di investimento, denominata Kailia Energia, è di Falck Renewables in partnership paritetica con BlueFloat Energy: la prima è quotata in borsa, la seconda sviluppa parchi eolici in tutto il mondo.
Il piano
Il progetto è un ulteriore tassello - non l'unico pugliese, nell'arco delle ultime settimane - al mosaico della svolta energetica, della decarbonizzazione e della decisa virata verso rinnovabili e idrogeno verde: la Puglia in tal senso è un'opportunità e i grandi player del mercato lo sanno bene. Oltretutto, il parco off shore in esame consentirà una produzione potenziale di 90mila tonnellate di idrogeno verde. Falck e BlueFloat potrebbero non limitarsi al progetto brindisino: altre ipotesi sono allo studio, di sicuro per il parco al largo del capoluogo messapico sarà avviato a stretto giro il percorso per Via (la Valutazione d'impatto ambientale), autorizzazione unica e concessione demaniale marittima.
L'altro progetto
Proprio nelle scorse settimane un'altra società aveva dato lo start allo stesso iter e di fatto nella stessa area: 40 torri eoliche galleggianti per la Iron solar, su una superficie di 1,7 milioni di metri quadri al largo dei comuni di Brindisi, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Squinzano, Trepuzzi, Lecce e Vernole, distanza tra i 15,5 ed i 22 chilometri dal litorale e una potenza complessiva di 560 megawatt.
Intanto, Falck e BlueFloat spiegano che «l'eolico marino galleggiante è una tecnologia trainante nella transizione energetica. Ponendo le basi per la crescita delle energie rinnovabili in Italia, favorisce il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nazionali al 2030. Questa tecnologia consente infatti il posizionamento delle pale eoliche in mare aperto e profondo, senza realizzare una fondazione fissa. Una caratteristica che, oltre a minimizzare gli impatti sull'ambiente marino e terrestre durante tutte le fasi del progetto, permette di intercettare la risorsa eolica laddove è più abbondante aumentando l'efficienza degli impianti». Poi, il dettaglio sui passaggi tecnico-autorizzativi: le due società «depositeranno presso il ministero per la Transizione Ecologica la documentazione necessaria all'avvio dell'istanza autorizzativa del parco eolico marino galleggiante Kailia Energia che partirà da una consultazione preliminare (scoping) volta a definire al meglio i contenuti dello studio di impatto ambientale per la successiva procedura di Via.
L'azienda
Commenta Toni Volpe, amministratore Delegato di Falck Renewables: «Oggi portiamo in Italia la tecnologia dell'eolico marino galleggiante, dimostrando il nostro impegno nel raggiungimento di obiettivi sostenibili attraverso l'implementazione di tecnologie innovative. Questo progetto è il frutto di un lavoro importante portato avanti negli ultimi mesi dalla partnership, che ha coinvolto anche gli stakeholder locali in un percorso di dialogo e sviluppo condiviso con le comunità e i territori». Carlos Martin, ceo di BlueFloat Energy, aggiunge: «Da sviluppatori internazionali di progetti eolici offshore siamo soddisfatti di contribuire allo sviluppo di questo settore in Italia. La nostra recente esperienza in un progetto eolico galleggiante in Spagna con Parc Tramuntana ci fornisce informazioni preziose sulle sfide dello sviluppo di questo tipo di progetti nel Mediterraneo. Ci affacciamo ora sul mercato italiano con un partner con forze e competenze complementari alle nostre». Ora la palla passa agli interlocutori regionali e locali, oltre che naturalmente ai ministeri direttamente competenti delle autorizzazioni. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia