Pronto a tutto, Michele Emiliano, anche alla chiusura di 25 ospedali pugliesi. «Dobbiamo assolutamente ridurre le spese, non c'è alternativa. Ho detto che sono pronto a...
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Undici ore di riposo, nell’arco dell’intera giornata (questo il diktat della norma che prevede anche sanzioni pecuniarie nel caso di mancata osservanza) sono inconciliabili con il numero di infermieri e medici presenti nei reparti ospedalieri. Quindi? La soluzione a cui si sta lavorando è quella delle chiusure, partendo dal presupposto che su 36 ospedali attivi sono solo undici quelli che attirano l’utenza. La differenza, guarda caso, è proprio quel 25 che secondo alcuni Emiliano avrebbe lanciato a caso. Ma – a quanto trapela dalle stanze dei bottoni – l’idea di fondo è proprio quella di potenziare gli ospedali Hub (quelli di riferimento provinciale che accolgono la maggior quantità di richiesta di prestazioni, assistenza e cura) e sforbiciare quei presidi che non hanno perfomance ottimali. Cosa si chiuderà? Top secret, per evitare levate di scudi, ma anche perché la sintesi finale Emiliano vuol farla alla fine di tutto il percorso di ascolto dei direttori generali delle Asl e dei sindacati.
Pare certo che la riorganizzazione della rete ospedaliera veda la convergenza tra il presidente-assessore Emiliano e l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro. La chiusura di reparti e o di ospedali camminerà di pari passo con l’incremento dei posti letto per i cosiddetti post-acuti, tutte quelle persone (malati cronici, lungodegenti, anziani) che oggi vengono impropriamente ricoverati in ospedale. La mossa a cui sta lavorando Negro, per risolvere quello che è un problema serissimo degli ospedali, ossia l’inappropriatezza dei ricoveri, riguarda un aumento dei posti letto per queste specifiche categorie di persone. Attualmente ci sono 7 posti letti ogni diecimila abitanti e, dopo la “cura” dell’assessore regionale al Welfare, passerebbero a 8,5. Come? Portando a compimento la riconversione dei presidi ospedalieri già chiusi o da chiudere, ma anche con un aumento del budget da destinare ai privati accreditati.
Intanto si infittiscono le riunioni. Martedì Negro ha convocato il direttore del Dipartimento della Salute, Giovanni Gorgoni, e i direttori generali delle Asl pugliesi per fare il punto sull’offerta dei posti letto per l’assistenza socio-sanitaria. Mercoledì, invece, Gorgoni e i direttori generali saranno ascoltati dalla Commissione regionale Sanità. Dovrebbero essere passaggi utili a delineare lo scenario che poi andrà sul tavolo di Emiliano. E il centrodestra insorge. Il consigliere regionale di Forza Italia, Nino Marmo, fa un richiamo al presidente della Puglia: «Emiliano discuta con la Commissione Sanità e il Consiglio regionale, sulla base di proposte altamente documentate. Basta dichiarazioni improvvisate sulla chiusura degli ospedali».
Questo l’imperativo di Marmo rincarato dal coordinatore regionale di Forza Italia, Luigi Vitali: «Sarebbe ora che si assumesse le sue responsabilità. È stato eletto presidente della Regione, ergo: si dia da fare e lasci da parte la demagogia che non serve a curare i pugliesi in strutture adeguate». Mentre il presidente del gruppo Oltre con Fitto, Ignazio Zullo, rivendica che l’azione di Fitto, in tema di sanità, era corretta e Giannicola De Leonardis, presidente del gruppo movimento Schittulli-Area Popolare, esterna i suoi timori: «Noi nati in provincia di Foggia sappiamo valutare bene il peso delle parole di Michele Emiliano, avendolo visto all’opera (eufemismo) per un anno nella veste di assessore alla Sicurezza al Comune di San Severo. Ancora meglio lo conoscono a Bari, dove ha ricoperto la carica di sindaco per due mandati. Ma la superficialità e la leggerezza con la quale oggi ha nuovamente dichiarato di essere pronto a chiudere 25 ospedali in Puglia, sono comunque disarmanti anche per chi è abituato ad annunci e sparate poi puntualmente contraddette e smentite da fatti e azioni». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia