L'annuncio di dimissioni fatto da Leonardo Di Gioia via Facebook e la replica (sempre social, in calce al medesimo post) di Michele Emiliano non potevano certo restare...
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Poco dopo in calce spunta il commento-risposta di Emiliano: «Cristian vai a dormire, è tardi e non sei abituato a lavorare sino a tardi. Se non ci fossimo noi in Puglia avreste raccontato un sacco di balle ai pugliesi e questi non se ne sarebbero accorti così presto. Governiamo bene questa regione da tanti anni e l'abbiamo trasformata nella migliore regione del Centro-Sud. Tu mi conosci bene sotto l'aspetto umano e sai che non faccio teatrini. Io non fingo mai. Ho chiesto pubblicamente ad una brava persona come Leo di Gioia di non mollare. Le persone serie ogni tanto provano sconforto di fronte alla grandezza dei problemi che hanno di fronte. Comportati seriamente davanti ad un tuo collega che sta soffrendo molto per la funzione che svolge. Anziché dire sciocchezze chiamalo, chiedigli come sta e confortalo. Ne ha bisogno». Non si fa attendere la controreplica di Casili: «Dovresti chiamarlo tu e non scrivere messaggi di questa natura su che mortificano ancor di più il tuo ruolo oltre che il tuo assessore. Se pensi di sviluppare il tuo teatrino anche qui ti viene male. Ti ricordo che tu governi questa Regione, purtroppo male. Mi verrebbe facile mettere in fila le tue balle, i pugliesi purtroppo le vivono sulla propria pelle. Adesso vai a riposarti tu e domani a mente lucida cancella questa ulteriore brutta pagina. Presto l'agonia che stai facendo vivere ai pugliesi terminerà».
Ieri, Casili in una nota ha rincarato la dose: «La Puglia vive il peggior periodo della sua storia agricola e gli ultimi avvenimenti hanno evidenziato i fallimenti del Governo Emiliano sul comparto, ci è voluto lo scoppolone della pacifica manifestazione dei gilet arancioni per svegliarlo dal torpore. A ciò si aggiungono le dimissioni dell'assessore Di Gioia, speriamo irreversibili», «a Emiliano serviva un capro espiatorio e lo ha servito agli agricoltori su un piatto d'argento. Quello che non ha capito è che occorre rivoluzionare la struttura tecnica, non solo quella politica». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia