Il filo che lega Art1-Mdp all’amministrazione di Michele Emiliano resta esile, quasi sul punto di spezzarsi. Le cannonate dei dalemiani al governatore pugliese e alla sua...
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Cauto e quasi glaciale il governatore, incalzato da microfoni e taccuini e “costretto” a una mezza replica: «Non voglio rispondere. Non ho alcuna intenzione di aizzare risposte e controrisposte. Non ho nulla da dire». Ma cosa ha fatto divampare l’incendio? Sì, i consiglieri regionali (in primis il capogruppo Ernesto Abaterusso) minano alle fondamenta da settimane metodo e merito del governo emilianiano. Però a indicare la traccia è stato proprio D’Alema: chiaro il riferimento al progetto di lista civica nazionale satellite del Pd, coltivato da Emiliano e niente affatto disdegnato da Matteo Renzi. Una lista che potrebbe drenare consensi a ogni bacino, dunque anche a sinistra.
La tensione è palpabile, anche ieri Abaterusso non ha preso parte al vertice di maggioranza. D’altro canto, le elezioni politiche alle porte scateneranno scosse telluriche a ripetizione in Regione, in un diabolico effetto domino di ambizioni, promesse, equilibri, incastri. Nella maggioranza e in ogni singolo gruppo. Il centrosinistra di Emiliano dovrebbe comunque reggere in aula, senza numeri pericolosamente vacillanti. I riposizionamenti sono ovunque: nel gruppo di Art1–Mdp, per esempio, si assiste allo smarcamento dai dalemiani di Mauro Vizzino, in avvicinamento alle posizioni più miti di Campo progressista (Pisapia); viceversa, potrebbe sposare la causa bersaniana-dalemiana l’ormai ex emilianiano Gianni Liviano. Ha abbandonato da tempo una delle civiche del presidente, invece, il salentino Mario Pendinelli: è nel gruppo misto, da qui in avanti però voterà da indipendente (e dunque valutando caso per caso, senza più vincoli di coalizione). I fedelissimi del governatore intanto ostentano ottimismo: «Le tensioni con Mdp rientreranno dopo le elezioni politiche, per ora non ci sarà alcuno strappo». In parallelo però il governatore non smentisce affatto il progetto civico nazionale.<QJ>
Sempre a sinistra l’altra spina nel fianco è il vendoliano Cosimo Borraccino: da sempre incalza Emiliano su tutti i temi dell’amministrazione regionale. E ieri è tornato sull’affaire Corecom che sta paralizzando l’attività consiliare: «I cittadini si chiedono il perché per una cosa che non interessa quasi a nessuno, il Consiglio ormai è bloccato e il presidente Loizzo dismette l’abito di arbitro per entrare in campo e giocare la partita da protagonista. Cosa si nasconde dietro a questa testarda lotta del presidente del Consiglio, che blocca i lavori consiliari, straccia la norma esistente e tiene sospeso l’esito della votazione già avvenuta avventurandosi nel far confezionare ad alcuni consiglieri consenzienti una norma che è un mostro giuridico, pur di confermare il presidente uscente Felice Blasi?». «Domani (oggi, <CF4002>ndr</CF>) in settima Commisione i pugliesi si vedranno arrivare la discussione-lampo sulla proposta di legge a firma di Campo, Pellegrino, De Leonardis, Zinni, Pendinelli», con cui si porterà da tre a cinque il numero di membri del Corecom.
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Quotidiano Di Puglia