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Over 80enni, pazienti cronici con una o più patologie, forze dell'ordine e personale scolastico: sono queste le categorie a rischio individuate dalla Puglia per la fase 2 della campagna vaccinale anti Covid, ma i punti interrogativi sono ancora diversi, a cominciare dall'approvvigionamento delle dosi. Ieri Pfizer ha annunciato che da fine gennaio ci saranno dei ritardi nella distribuzione in Europa. Considerando che le scorte italiane del vaccino Moderna sono poche e che Astrazeneca non otterrà l'autorizzazione prima del 29 gennaio, il primo vincolo all'avvio della vaccinazione della popolazione è dato proprio dalla possibile carenza di dosi. «Il vaccino Moderna, in piccoli quantitativi, arriverà in Puglia alla fine di gennaio e quindi sarà immediatamente somministrato in parallelo con il vaccino Pfizer», ha annunciato l'assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco. Il vaccino Moderna sarà distribuito in tempi diversi alle Regioni, in Puglia è attesa una consegna nell'ultima settimana, ma si tratta di pochissime dosi: inizialmente non oltre 5mila. Insomma, una goccia nel mare.
Ieri è poi arrivata la cattiva notizia: il laboratorio americano della Pfizer ha avvertito che tra fine gennaio e inizio di febbraio ci sarà un calo nelle consegne di vaccini anti-Covid in Europa, in attesa di migliorare le proprie capacità di produzione. Non è stata specificata l'entità della riduzione per l'Europa. Le modifiche da realizzare nella struttura produttiva necessitano di approvazioni regolamentari supplementari che potranno avere come conseguenza una fluttuazione nel calendario degli ordini e delle consegne nella fabbrica di Puurs in Belgio.
In attesa di una schiarita, la struttura commissariale e le Regioni pianificano la seconda fase per non essere colti impreparati.
Le Asl, intanto, stanno preparando già le diverse liste di priorità suddivise per categorie: tutti gli over 80enni e pazienti cronici, più facile il discorso per forze dell'ordine e personale scolastico. Per quanto riguarda le prime due categorie, si ipotizza che debbano essere le equipe delle Asl ad effettuare le vaccinazioni a domicilio, anche perché spesso si tratta di persone invalide o, comunque, impossibilitate a lasciare le proprie abitazioni. Saranno, in ogni caso, le Asl a contattare chi ne avrà diritto. Con forze dell'ordine e personale scolastico il discorso potrebbe essere più semplice e si potrebbe procedere come con gli operatori sanitari: adesione volontaria e somministrazioni o nei punti vaccinali o direttamente nelle scuole e caserme. «Stiamo lavorando su un documento che classifica le varie categorie di popolazione ai fini della vaccinazione anti-Covid e questa è la vera fase 2, e il documento valuta anche la numerosità delle diverse fasce. Dunque c'è già un documento pronto su categorie di popolazione e loro numerosità e sulla base dei vaccini che saranno disponibili si valuterà la priorità delle categorie, ma si deve evitare una guerra tra categorie. Le priorità saranno basate sul rischio. Poi i medici di base e le Asl hanno liste sulla popolazione anziana e a rischio»: ha detto durante la conferenza stampa sul monitoraggio settimanale dell'epidemia, Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute. Il documento, ha spiegato Rezza, «stima anche la numerosità delle diverse categorie: per esempio le persone con una o più patologie per cui stiamo a stime variabili fra 6 e 10 milioni a seconda delle fonti di informazione che si considerano, dallo studio Passi dell'Iss all'Istat. E queste sono persone che vanno protette e tenderanno ad avere una priorità. Entro fine mese o inizio febbraio comincerà la fase di vaccinazione degli over-80». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia