In Puglia, occupata metà dei posti letto. In un anno, il 5% della popolazione colpita dal coronavirus

In Puglia, occupata metà dei posti letto. In un anno, il 5% della popolazione colpita dal coronavirus
Quasi il 5 percento della popolazione pugliese. A oltre un anno dall'inizio della pandemia Covid, in Puglia esattamente il 4,99% della popolazione ha contratto il...

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Quasi il 5 percento della popolazione pugliese. A oltre un anno dall'inizio della pandemia Covid, in Puglia esattamente il 4,99% della popolazione ha contratto il virus. È quanto emerge dai dati ministeriali. La provincia di Bari è quella più colpita con il 6,28% degli abitanti infettati, segue il Foggiano con il 6,01%. Poi ci sono la provincia di Taranto (5,37%), Barletta-Andria-Trani (5%), Brindisi (3,73%) e Lecce (2,38%).

 

Posti letto occupati

 

Il 50% dei posti letto di Malattie infettive e pneumologia in Puglia è occupato da pazienti Covid. Nelle terapie intensive, invece, l'occupazione è del 45%, oltre 15 punti percentuali sopra la soglia critica individuata dal ministero. Sino a ieri erano 263 i pazienti ricoverati nelle rianimazioni, 1.879 quelli che sono assistiti in area non critica.

 

La polemica: «Regione disincentiva vaccinazione caregiver»

 

«Continuiamo a prendere atto che questa Giunta regionale sia completamente sconnessa dal mondo reale: anche l'organizzazione della vaccinazione dei caregiver, ovvero di coloro che si prendono cura di un familiare disabile o fragilissimo, rivela tutta la distanza della Regione dalle esigenze concrete delle persone. Annunciare di venerdì la possibilità di sottoporsi al vaccino nelle giornate di domenica e lunedì (festivi, peraltro) è stato avvertito dai cittadini interessati come un tentativo di dissuaderli dalla vaccinazione, rendendo estremamente complessa l'organizzazione dei loro impegni quotidiani».

Lo sostiene il gruppo in Consiglio regionale pugliese di Forza Italia in merito alle due giornate dedicate dalla Regione Puglia alla vaccinazione anti Covid dei caregiver e parenti dei minori disabili o fragili.

«Ammesso che i medici di base abbiano il tempo, in poche ore, di avvisare tutti i caregiver - sostiene Fi - è chiaro che si parli di persone che hanno bisogno di un certo preavviso per non lasciare da solo il familiare assistito. Prendiamo il caso di due genitori che abbiano un figlio disabile o fragile: se uno dei due lavora, la famiglia avrà bisogno di pianificare non solo l'uscita per il vaccino, ma anche le ore successive in caso di febbre o altre conseguenze normali provocate dalla dose. Emiliano e Lopalco continuano, però, a non voler confrontarsi con nessuno e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

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Quotidiano Di Puglia