Spiagge e centri storici presi d'assalto. E dal Salento la prima stretta per bar e locali. Il sindaco: «Ora qui si chiude alle 22.30»

Il lungomare di Torre dell'Orso, marina di Melendugno, nelle vicinanze di un noto locale
Le strade centrali di Lecce prese d'assalto e la Municipale costretta a trasformare via Trinchese in senso unico. Spiagge libere e marine pullulanti di famiglie e ragazzi a...

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Le strade centrali di Lecce prese d'assalto e la Municipale costretta a trasformare via Trinchese in senso unico. Spiagge libere e marine pullulanti di famiglie e ragazzi a caccia di svago e noncuranti delle regole di distanziamento sociale ancora in vigore per contenere i contagi da coronavirus. L'allarme movida, da Gallipoli a Otranto, passando per il capoluogo: il primo week end quasi estivo di questa fase2 ha registrato fiumane di persone accalcate in questo o quell'angolo di Salento. Al punto da spingere un sindaco, Sandrina Schito a Copertino, a firmare una ordinanza che obbliga i bar e i locali ad abbassare le saracinesche alle 22.30: una decisione - la prima nel suo genere - presa nelle ultime ore dopo le proteste e le segnalazioni che erano arrivate da più parti. Una situazione in linea con quella di altre città pugliesi e italiane.


La decisione di chiusura dalle 22.30 alle 5 del mattino, maturata dalla prima cittadina dopo un incontro con le forze dell'ordine, «considerato che il territorio di Copertino è stato fortemente colpito dall'emergenza epidemiologica», deriverebbe dal fatto «che nelle scorse due serate e fino a tarda notte si sono registrati assembramenti in prossimità degli esercizi di somministrazione di bevande, che costituiscono, come noto, pericolosi fattori di rischio di contagio». Così scrive la Schito.

Ma non finisce qui. «Inoltre questo ente prosegue la prima cittadina nel provvedimento - non è dotato di mezzi e personale in grado di garantire la fruizione controllata degli spazi pubblici prospicienti detti esercizi di somministrazione, per periodi di tempo prolungati, scongiurando il rischio di assembramenti».
Notizia che la stessa sindaca Schito, ha diffuso sui social, attraverso il suo profilo facebook, annunciando anche la volontà di un incontro con i gestori dei bar fissato per martedì alle 18 in sala consiliare, al fine «di condividere percorsi, regole per tutti e per la salute di tutti».
(a cura di Andrea Tafuro)

A Lecce, gli appelli alla responsabilità fatti dal sindaco Carlo Salvemini forse sono serviti a poco, se ieri è stato inaugurato il senso unico pedonale in un pezzo via Trinchese e, a tratti, anche su via Vittorio Emanuele II. Una decisione dettata dalla necessità di evitare un eccessivo afflusso di persone in una domenica che ha nuovamente acceso la voglia dei leccesi di uscire di casa e gettarsi alle spalle l'angoscia dell'emergenza sanitaria, complici anche le temperature più estive che primaverili. Una voglia che, però, è venuta a troppi leccesi. E così sono ricomparse le transenne (in stile festa patronale, quando in alcune occasioni si è reso necessario regolare il traffico dei troppi pedoni, ma in quei casi per ragioni di sicurezza slegate da un'emergenza sanitaria) per bloccare l'accesso in via Trinchese, in particolare nel tratto che costeggia il teatro Apollo, per quanti venivano da piazza Mazzini: all'altezza del negozio Zara, chi era diretto in piazza Sant'Oronzo veniva indirizzato a sinistra, per poi sostanzialmente aggirare il teatro e ritrovarsi nel piazzale antistante l'Apollo.

Lo stesso è accaduto, in maniera meno frequente ma pur sempre puntuale, sul corso, all'altezza della chiesa di Sant'Irene. Anche qui una transenna, personale della Protezione civile e agenti della polizia locale hanno regolato l'afflusso di persone, all'occorrenza chiudendo il passaggio e facendo deviare la gente alle spalle della chiesa, per aggirare un tratto particolarmente stretto di via Vittorio Emanuele II.

Intanto anche Nardò deve fare i conti con problemi analoghi. Si riaccende la movida e si riempiono le piazze nonostante i divieti. Sabato sera, a Santa Caterina, è intervenuta anche la polizia che ha effettuato controlli e riprese video come deterrente. Presente anche il primo cittadino Pippi Mellone che nei giorni scorsi aveva ribadito: «Finché sarò io il sindaco le leggi le dovranno rispettare tutti». Nonostante l'intervento delle volanti della polizia e la presenza di Mellone, però, gli assembramenti in piazza si sono registrati sino a notte inoltrata. Un appello caduto nel vuoto considerate le centinaia di persone presenti in piazza sabato sera. Tante le persone impegnate ad ascoltare musica e bere drink. In pochi indossavano la mascherina. Circa venti minuti di controlli hanno funzionato come deterrente e in tanti si sono allontanati ma solo momentaneamente.

La piazza si è nuovamente riempita e la festa è durata diverse ore. Secondo il consigliere comunale Lorenzo Siciliano si tratta di «un bilancio del primo weekend post quarantena tutt'altro che confortante con assembramenti quasi ovunque e cittadini ignari del pericolo e delle regole. Allora mi chiedo, esistono figli e figliastri? Esistono commercianti costretti a rispettare e a far rispettare le regole, pena sanzioni salatissime e commercianti liberi di interpretare a proprio modo la legge italiana? Così non va, per niente».
(a cura di Antonio Falconieri)

A Otranto una folla di salentini si è riunita sul lungomare, lungo i bastioni e vicino a bar e locali aperti.



Gallipoli, intanto, la situazione non si è certo rivelata migliore. Lungo la riviera Armando Diaz, un 38enne di Alezio ha minacciato di buttare giù dai bastioni uno dei poliziotti della pattuglia che, sabato, si era fermata lì perché aveva notato troppe persone. Troppe e troppo vicine, attorno ad un bar. In tanti i sono allontanati, sono rimasti in quattro a chiacchiere sui bastioni. Senza mascherine e senza rispettare il distanziamento sociale.


L’invito ad osservare le regole è stato respinto al mittente, fa sapere la Questura nel comunicato stampa. E si sono rifiutati anche di fornire le generalità, sostenendo di appartenere allo stesso nucleo familiare: cosa non vera, solo due di loro erano fratello e sorella. Alla fine tre sono stati identificati, il quarto uomo ha cercato di scappare. E ha peggiorato le cose minacciando il poliziotto di gettarlo giù dai bastioni.

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Quotidiano Di Puglia