«Il lavoro era e resta un obiettivo primario. Il vero voto utile per la Puglia? È quello a sostegno della nostra proposta politica: l'unica davvero di...
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Nicola Cesaria, è parere comune tra i suoi avversari che lei giochi la partita delle Regionali da outsider. Perché ha deciso di candidarsi?
«Perché ero e resto convinta che vada invertita radicalmente la rotta delle politiche dell'ultimo ventennio in Puglia. Centrodestra e centrosinistra hanno gestito questioni sostanziali per il nostro territorio in maniera empia. Penso alla sanità, al lavoro e all'ambiente, per esempio. I nostri figli non possono essere condannati a vivere un futuro peggiore di quello che i nostri genitori hanno riservato per noi».
Lei si definisce il vero candidato di sinistra. Ma perché, la coalizione che sostiene il governatore uscente Michele Emiliano non è di sinistra?
«Quella coalizione di sinistra ha solo il nome sulla carta. Nei fatti, si tratta di un'operazione politica del tutto centrista e caratterizzata da un trasformismo di una classe politica che con leggerezza passa da una parte all'altra. E il centrodestra, se possibile, è stato ben peggiore del centrosinistra».
Eppure sino a qualche anno anche la sinistra che lei oggi rappresenta credeva in questo progetto politico.
«Ma a quei rappresentanti politici già 15 anni fa avevamo chiesto, per esempio, la ripubblicizzazione dell'Acquedotto pugliese. E dopo tre lustri qual è la realtà? Che non solo l'Aqp non è stato ripubblicizzato, ma a presiederlo è quel tale Di Cagno Abbrescia ex sindaco di Bari contro il quale a Bari decise di candidarsi lo stesso Michele Emiliano. Ecco perché riteniamo necessario ricostruire un punto di vista di sinistra, del tutto autonomo».
E da dove deve partire questa operazione di ricostruzione?
«Sicuramente dal lavoro e dall'ambiente. Ma anche dalla Costituzione: se ci impegnassimo seriamente a rispettare la Carta molti dei nostri problemi sarebbero già risolti. Infine, sono necessari interventi pubblici incisivi e concreti sul fronte della sanità che è ancora orientata all'ideologia degli interessi dei privati. Ma sul fronte della scuola: per anni lo Stato ha tagliato sulla pubblica istruzione. E per quanto ci riguarda, abbiamo sempre lottato con l'abolizione delle classi pollaio e sulle infrastrutture».
Sia onesto, non la spaventano le percentuali di consensi che scaturiranno dalle urne?
«Gli unici numeri che mi interessano sono quelli delle aliquote fiscali sono passate la massima dal 72 percento al 43 percento e la minima dal 10 percento al 23. Cioè sono state abbassate le tasse per i ricchi e sono aumentate per i poveri, ecco questo non va bene. Ecco perché noi ora proviamo a ripartire partendo dal rappresentare gli ultimi di questa società».
E rispetto alla sfida elettorale, invece, che aspettative ha?
«Sicuramente questa partita non sarà facile. Anche perché la legge elettorale pugliese è antidemocratica. E a parte la Turchia di Erdogan, ha lo sbarramento più alto d'Europa. A chi ci muove l'osservazione sulla scelta del voto utile, comunque, rispondiamo che ciò che il vero voto utile per il bene della Puglia è quello a sostegno della nostra proposta politica».
P.Col.
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Quotidiano Di Puglia