Quarantotto ore e la lenzuolata di dati ufficiali ancora non c’è, incagliata negli ultimi calcoli e nelle contestazioni all’esame delle commissioni di garanzia:...
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Ognuno difende a scudo alto il proprio tesoretto: il segretario, ovviamente, agita la bandiera del 70% di consensi, la mole di elettori ai gazebo (1,8 milioni, oltre ogni più rosea previsione) e il bagno di legittimazione arrivato anche da pezzi rilevanti della società civile, non strettamente legati cioè al circuito del Pd; Andrea Orlando riparte dal 19,5%, una specie di pungolo con cui incalzare da sinistra l’ex premier; Michele Emiliano è costretto ad accontentarsi del 10,4%, ma gonfia il petto per aver «moltiplicato per dieci» i voti degli iscritti incassati durante le convenzioni di circolo, per la performance casalinga (54% in Puglia) e per il buon raccolto al Sud (quasi il 25%). Il verdetto nelle regioni meridionali va però letto con estrema attenzione: non penalizza troppo Renzi, e allora il governatore pugliese erode consensi soprattutto al ministro della Giustizia. Dunque: l’antirenzismo s’è eventualmente coagulato attorno a Emiliano, che in Basilicata, Molise e Sicilia si piazza secondo (24,29%, 22,7% e 14%), mentre in Campania ritocca verso l’alto il risultato nazionale (è al 14%). Il segretario oscilla a Sud tra il 61,8% della Basilicata e il 75,5% della Calabria, caso a sé la Puglia (34,9%), regione dove Orlando può solo rastrellare le briciole (10%). L’obiettivo emilianiano è costruirsi una leadership, comunque nel Pd, a vocazione meridionalista.
E se tutto il Mezzogiorno indossa la corona di area del Paese più generosa in termini di affluenza, la Puglia è trainante con i suoi 148mila voti. Merito, anche ma non solo, dell’operazione Emiliano: il governatore, trasversale per inclinazione, ha messo in moto la macchina di liste civiche ed endorsement da pezzi di destra e centrodestra, nuovi e vecchi. Dall’ex candidato presidente della Regione Francesco Schittulli al sindaco di Nardò Pippi Mellone (città dove il voto è stato sospeso dopo le violenti contestazioni per la presunta “militarizzazione” da parte di elettorato di destra), fino agli ex consiglieri regionali (come Giacomo Olivieri). In taluni casi, la tensione è alle stelle e ha preso la forma delle contestazioni formali: anche per questo dei numeri ufficiali non c’è ancora traccia.
In Puglia però si prova a ricucire e a guardare oltre: «Anche in Puglia - riflette Marco Lacarra, segretario regionale e sostenitore al congresso di Renzi - abbiamo avuto un’importante adesione al progetto democratico, foriera di buoni propositi per le prossime consultazioni amministrative e politiche. Il Pd rilancia la sua immagine e il suo programma ed in Puglia è senza dubbio il partito che si pone come punto di riferimento per la comunità di centrosinistra». La Bat è la provincia in cui Emiliano ha fatto completamente saltare il banco (62,2%), boom anche a Bari (61,7%), poi a seguire Foggia (49,3%), mentre Brindisi, Lecce e Taranto sono al di sotto del 50 (rispettivamente 43,4%, 45,29% e 49,34%). Renzi - che incalza a pochissimi punti di distanza Emiliano nelle tre province meridionali - centra la vittoria nei capoluoghi del Grande Salento. Singolare la parabola del consenso nelle città coinvolte dal piano di riordino ospedaliero regionale: male Emiliano a Grottaglie (86 voti) come a Ostuni, invece il governatore s’impone a Copertino e Casarano, che hanno strappato la promessa di ritocchi al piano. Altre curiosità: il muro compatto nella solita Patù degli Abaterusso (ora però in Mdp) stavolta per Emiliano (81%), e la stessa percentuale nella ben più rilevante Gallipoli (sempre per il governatore, merito del fedelissimo sindaco Stefano Minerva); il 95% di Renzi a Seclì e la vittoria di Orlando a Trepuzzi (48%); la marcia di Emiliano a Massafra e Laterza (oltre 800 voti), e la sorprendente vittoria renziana a Melendugno, la città del gasdotto Tap (48,5%). Il succo? Emiliano e Renzi, almeno in Puglia, si marcano stretti. Ma su scala nazionale è un dominio senza crepe del segretario. Resta da capire se e come il leader terrà conto delle quote emilianiane e orlandiane, in qualche modo. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia