Balneari, l'Ue avvisa il governo: «Possibilità di sanzioni per la proroga». Ma l'Italia pensa a un fronte comune nell'Europa del Sud

Anche il presidente della Repubblica, Mattarella aveva lanciato un avvertimento all'esecutivo Meloni

Balneari, l'Ue avvisa il governo: «Possibilità di sanzioni per la proroga». Ma l'Italia pensa a un fronte comune nell'Europa del Sud
«La compatibilità del provvedimento sui balneari sarà valutata attentamente». L'Unione Europea avvisa il governo italiano, dopo le...

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«La compatibilità del provvedimento sui balneari sarà valutata attentamente». L'Unione Europea avvisa il governo italiano, dopo le "riserve" già espresse dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul Milleproroghe. Intanto Assobalneari chiede un incontro urgente al governo sul tema: «L'Ue vuole che le nostre coste siano prese da altri, da potentati economici, da multinazionali. C'è un disegno economico preciso, c'è un sistema Panzeri, perché c'è troppo accanimento su di noi». 

La situazione: il governo tramite emendamento al Milleproroghe ha annunciato la proroga delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2024 e non più, come previsto invece da una norma dell'esecutivo Draghi, fino al 31 dicembre di quest'anno, rinviando di fatto le gare di un anno. Immediata la reazione di Bruxelles.

E Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato e da sempre sensibile sul tema, attacca: «La mappatura, prevista per legge, è necessaria per vedere e dimostrare che, negli 8 mila chilometri di costa italiana, ci sono spazi per nuove imprese. Molti litorali non sono occupati e attraverso gare le imprese potranno partecipare per aggiudicarsi nuovi spazi. Quindi aggiungere senza distruggere quel che già abbiamo. Non dobbiamo sopprimere chi ha fatto degli investimenti e lavora creando attrattività anche per il nostro turismo. Dopodiché l'Europa e chi afferma che ci vorrebbe più concorrenza per fare un'impresa sa che Amazon paga l'1% di tasse svolgendo una concorrenza sleale a tutti gli altri negozi e commercianti? Io sostengo una economia libera e con ampia concorrenza ma partirei dai potentati della rete che, forse, rubano contenuti anche della televisione pubblica. Se si vuole tutelare la concorrenza si inizi da loro e non dai bagnini». 

Le altre nazioni

Non c'è solo Roma nel mirino dell'Ue. Grecia e Croazia, negli ultimi anni, sono andate incontro alle richieste della Commissione, seppur con una serie di deroghe. Bruxelles nei giorni scorsi ha, invece aperto una procedura d'infrazione contro la Spagna rea di aggirare le norme, con la possibilità di estendere le concessioni esistenti fino a 75 anni senza alcuna giustificazione è contraria alle norme dell'Ue. Simile sorte è toccata nel gennaio scorso al Portogallo. Il dato, per Palazzo Chigi, potrebbe avere un'appendice non marginale: fare fronte comune per spiegare a Bruxelles le ragioni che accomunano Roma, Lisbona e Madrid.

 

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Quotidiano Di Puglia