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L'Arpal, Agenzia per il lavoro della Regione Puglia, nella bufera. Il motivo? Il fatto che, come raccontato in un'inchiesta pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno, in Arpal abbiano trovato spazio (e lavoro) i quadri dirigenti di Italia Popolare, la formazione politica fondata dal direttore generale dell’agenzia, il senatore Massimo Cassano. Tra questi anche Alessandro Lapenna, avvocato, consigliere al Municipio Palese di Bari e anche cugino della moglie di Cassano, che in Arpal lavora come dipendente di un'agenzia interinale.
Sarebbero numerosi gli amici e parenti tra le 500 persone che Arpal impiega a chiamata diretta attraverso una Ati tra due enti di formazione e una società interinale. Ci sono consiglieri del Comune di Bari e alcuni dei loro figli, ma anche i dirigenti della formazione politica e tante assunzioni interinali sarebbero state fatte non solo a Bari, ma in tutte le province della Puglia. Assunzioni che, potendo essere fatte a chiamata diretta, rientrano nell'autonomia degli enti di formazione e quindi formalmente non sono irregolari. Resta un discorso di opportunità che ha portato alla bufera su Cassano e alla richiesta delle sue dimissioni.
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La richiesta di dimissioni del centrosinistra
Il centrosinistra chiede di cacciare il direttore generale dell’Arpal, Massimo Cassano con una proposta di legge (primo firmatario Antonio Tutolo, poi Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea del Pd) con cui chiede la decadenza del dg e la nomina di un amministratore unico alla guida dell’agenzia regionale.
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La Lega chiede spiegazioni a Emiliano
Dalla Lega, la richiesta al presidente della Regione, Michele Emiliano, di riferire sulla vicenda in Consiglio regionale. «Potrebbe essere tutto regolare, ma certamente la politica e le istituzioni devono quanto meno interrogarsi e dare delle risposte ai cittadini che fanno regolari concorsi e credono ancora nella correttezza delle procedure di accesso. Le uniche assunzioni che servono in questo momento, in attesa di fare luce su quelle sospette di parenti e amici del centrosinistra, sono quelle di responsabilità del presidente Emiliano e di chi lo sostiene. C’è un chiaro corto circuito, una questione morale che va affrontata in Puglia», scrivono in una nota il senatore Roberto Marti, segretario regionale della Lega in Puglia, il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Davide Bellomo, e i consiglieri regionali Giacomo Conserva, Gianfranco De Blasi e Joseph Splendido.
Fratelli d'Italia sulle barricate
«Quando abbiamo contestato la commistione pesante di ruoli di Massimo Cassano all'Agenzia regionale per il lavoro (Arpal) della Puglia - dicono i consiglieri regionali di FdI - non era per un accanimento contro la persona. Lo avremmo fatto per qualunque altra persona che ha un ruolo attivo sul piano politico, proprio perché quello che oggi è avvenuto, ovvero assunzioni "politiche", era facilmente prevedibile». Per Fdi la proposta di legge che mira a far decadere Cassano è tardiva., Da qui l'invito: «Amati, Mazzarano e Mennea chiediamo: portate una mozione di sfiducia contro il presidente Emiliano e Fratelli d'Italia è pronta a votarla». L'eurodeputato Raffaele Fitto ci mette il carico: «Ma pensate davvero che si possano assumere amici, politici e parenti nell'Arpal solo perché lo decide Cassano? Pensate davvero che possa accadere tutto questo e che il presidente della Regione sia all'oscuro di tutto?Se fosse così, due sono le risposte o al vertice della Regione abbiamo Alice nel paese delle meraviglie o in Puglia c'è più di qualcosa che non funziona».
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Quotidiano Di Puglia